Battaglione Alpini Valtellina


Venne costituito il 5 ottobre 1882 in ambito 5° reggimento alpini su : compagnia di SM , 44, 45,46,47 compagnie alpine . Portava la nappina verde; il 1 aprile 1885 cambiò denominazione in “Morbegno” cedendo la 46 cp al battaglione “Tirano”.
Rinacque il 10 marzo 1915 a Bormio  su 246 -248 -249 compagnie, nappina rossa. Il 16 maggio si trasferisce dalla zona di Tirano a Valdidentro dove si trova all’inizio delle ostilità. I suoi reparti rafforzano le difese verso il confine svizzero e si dispongono in avamposti tra la Val Viola (246 cp), la Val Vezzola (248) e l a Val Foscagno (249). Fino all’ottobre il battaglione non partecipa a fatti di rilievo.
Il 31 ottobre concorre alle operazioni contro il Passo del Cevedale operando verso il Konigsjoch e il 5 novembre si sposta  a S. Niccolò (Valfurva) dislocandosi tra la Val Zebrù , la Val Gavia e Monte Scale. I soldati consolidano le opere difensive e riforniscono i posti avanzati. Le operazioni in questo periodo si limitano ad azioni di pattuglie.
Il 18 marzo 1916, destinato al Monte Nero, da Tirano muove in ferrovia alla volta di Cividale ed il 23 si schiera sul Potoce (q. 2133-2138) passando alle dipendenze del 1° Gruppo Alpini. L’otto maggio, sostituito dal “Monte Spluga” si disloca tra Jezerca e Ravna per un turno di riposo. Il 22 sale sul Vrsic schierandosi sulle pendici nord del Krasji  Vrh lungo la sinistra del rio Slatenik tra la q. 1270 ed il Vallone dei Caprioli.
Nell’agosto svolge azioni allo scopo d’impedire lo spostamento di truppe nemiche verso il fronte goriziano dove è in atto una nostra offensiva. Tale attività si protrae fino alla metà di settembre. Il 16 iniziate le operazioni per la conquista del Rombon, il “Valtellina” operando verso la Javorcek (q. 1317) riesce ad occupare alcuni tratti di linea nemica ma contrattaccato è costretto a ripiegare.
Il 16 dicembre dal Monte Nero passa a difesa delle posizioni di Monte Rosso trascorrendovi il resto dell’anno.
Il 31 gennaio 1917 scende a Jezerca e prosegue per S. Pietro al Natisone , Faedis. A Segnacco prima ed a Reana poi fruisce di un periodo di riposo. Destinato sull’altopiano dei Sette Comuni, il 19 marzo inizia il trasferimento. Giunto a Roccolo Cattagno vi sosta alcuni giorni dislocando i suoi reparti a Cima delle Contese per lavori.
Il 7 maggio si porta in prima linea bel tratto di fronte fra Pozza dell’Ortigara- Monte Chiesa-Monte Lozze rilevando il “Val Tanaro”.
Su tali posizioni trascorre un periodo di relativa calma preparandosi all’azione dell’Ortigara. Iniziate le operazioni il 10 giugno , dalla linea di vigilanza rinforza con  i suoi elementi  il Corno della Segala occupato dal “Mondovì”. Il 17 si sposta alla Crocetta per muovere alla conquista dei Ponari e completare così il possesso dell’intero obiettivo rappresentato dall’Ortigara. Il 19 il “Valtellina”, che costituisce la prima ondata d’attacco, superate le prime resistenze nemiche, punta sulle sconvolte difese e dopo accanita lotta le conquista catturando l’intero presidio. Oltrepassa i Ponari e raggiunge la vetta dell’Ortigara a q. 2105, già conquistata dallo “Stelvio” ed inizia lavori di rafforzamento delle difese. Il 20 sostituito dal “Bicocca” arretra sul costone dei Ponari per riordino. Nella notte sul 25 il nemico, preceduto da violento tiro d’artiglieria, muove al contrattacco verso la Colletta fra le quote 2101 e 2105 e sulla cresta dei Ponari. Nonostante il tentativo di resistenza  l’avversario rioccupa le difese e il battaglione deve ripiegare su Busa Fonda di Moline e poi sul costone est di Cima della Campanella. Il 18 agosto il “Valtellina” che nel frattempo si è riorganizzato, sale in linea a Cima del Campanaro rilevando il “Tirano”. Il 12 settembre è ad Osteria alla Barricata ed il 15, chiamato a partecipare ad una offensiva in Valsugana, si trasferisce in autocarro a Malena. Non impegnato nell’azione, il 17 si sposta a Bieno, il giorno successivo torna a Malene e tra il 20 e il 21 raggiunge le pendici di Cima della Campanella e Baita dell’Aja dove è impiegato sino al 19 ottobre in lavori stradali. In tale epoca torna a presidio delle vecchie posizioni di Cima del Campanaro dalle quali, in relazione alla situazione sulla fronte Giulia, ripiega su Foza, prendendo poi posizione tra la Grottella- Rocce Anzini –San Marino sulla sinistra del Brenta.
Il 21 novembre il nemico attacca le posizioni di S. Marino costringendo la 248 compagnia a ripiegare. Un immediato contrattacco ristabilisce la situazione, ma il 23, dopo un violento fuoco d’artiglieria, il nemico attacca nuovamente catturando dopo tenace lotta i difensori. Due plotoni zappatori, rincalzati poi dalla 246 e 249 compagnia, sferrano tre sanguinosi contrattacchi ma contrastati da fucileria e dal tiro incrociato di mitragliatrici, debbono desistere e ripiegare sulla linea di sbarramento di La Grottella e poi su quella di Pian dei Zocchi –S. Gaetano a cavallo del Brenta.
Il 14 dicembre, in seguito all’occupazione avversaria di Col Caprile, la 246 e 248 col comando del battaglione si spostano a Gheni per fronteggiare una eventuale irruzione in Val Brenta. Su queste posizioni il “Valtellina” trascorre il resto dell’anno.
Il 28 gennaio 1918 il battaglione destina la 249 compagnia sul Cornone a rincalzo delle truppe operanti su Monte di Val Bella, Col del Rosso, Col d’Echele.Il 2 febbraio essa fa ritorno al proprio reparto. Tra il 15 e il 20 gli alpini presidiano le linee tra Val dell’Olier- Costone dei Faggi-Col Ventidueore , e il 6 marzo si spostano sulle trincee del Cornone. Il 22, il battaglione si porta a Valrovina poi autocarrato a Sandrigo in zona di riposo.
Durante la battaglia del Piave, si trasferisce nella zona del XIII° Corpo d’Armata, dapprima a Pradipaldo, poi a sud di Montagnola per far parte della riserva della 6 Armata.  Su queste posizioni rimane sino al 5 luglio giorno in cui si trasferisce sulle pendici sud di Monte Melago ed il giorno seguente, posto alla dipendenza della brigata Padova, si sposta a nord di Montagna Nuova ove è adibito a lavori. Il 17 luglio presidia le trincee di  Col del Rosso; il 27 scende nella zona di S. Caterina di Lusiana e il 24 settembre trona nella zona della Montagnola accampandosi a Pologni.
L’otto ottobre è a Cà d’Astico e nell’imminenza dell’ultima battaglia compie alcuni spostamenti. Iniziata l’offensiva si porta il 25 nella zona di Asolo, tra C. Mure e Villa Raspa. Il 30 passa il Piave al ponte di Vidor e nello stesso giorno raggiunge Valdobbiadene. Il giorno successivo, ricevuto ordine d’occupare Lentiai, muove per M. Cesen, M. Garda e Col Moscher occupando l’abitato e sostandovi fino al 1 novembre. Il 2 riprende la marcia e passato sulla destra del Piave a Ponte di Busche, punta su Dorgnan e Toschian dove  si arresta per sopravvenuto armistizio. Sciolto nel corso del 1919.
Comandanti:
-Magg. Almasio Giuseppe
-Cap. Ruozzi Alfredo
-Magg. Albenga Fabrizio (Caduto sul campo)
-Magg. Perego Pietro (Ferito)
-Cap. Cattaneo Giuseppe
-Magg. Malavasi Carlo
-Cap. Brunelli Mario
-Cap. Maggi P.
-Magg. Galletti Arturo
-Magg. Coppola Attilio

Perdite:
Morti     10 Ufficiali, 91 Truppa
Feriti      33 Ufficiali, 679 Truppa
Dispersi  4  Ufficiali, 157 Truppa

Nell’agosto del 1939 dal Deposito del 5° Alpini rinasce su Cp Comando, 246 – 248 – 249 nappina rossa. Venne posto alle dipendenze del  5° Gruppo Alpini Valle  con il quale prese parte alla Campagna di Francia, (1 Armata, Settore Po-Stura-Maira, II Corpo d’Armata, II Raggruppamento Alpini).  Schierato alla testata della Val Varaita a Roc de la Niera. Alla fine delle ostilità fu di presidio sulla linea d’armistizio con la Francia nelle valli Varaita e Po. Sciolto il 31 ottobre 1940.
Nel 1961 fu ricostituito per un mese in sede d’esercitazione.


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