Battaglione Alpini Intra


intra

La nascita di un nuovo battaglione alpino è legata all’apertura del tunnel ferroviario del Sempione (tra Italia e Svizzera) avvenuta nel 1906  in quanto facilitava l’accesso al nostro paese ad eventuali eserciti nemici. Lo Stato Maggiore decise quindi la costituzione di un battaglione per presidiare la zona in questione  (Alta Val d’Ossola).
Nacquero polemiche e contrasti fra Domodossola e Pallanza che avrebbero voluto ospitare il reparto. Già agli inizi del 1905 prese a circolare la notizia della formazione del battaglione che avrebbe dovuto denominarsi Ossola o Domodossola con sede a Novara e due compagnie distaccate a Domodossola. Ma tre anni dopo in fase di costituzione ebbe la meglio Pallanza come sede dello stesso. Però alla fine dell’anno spuntò il nome di Intra che definitivamente diede il nome e la sede al nuovo battaglione. Provvisoriamente , in attesa della costruzione di una nuova caserma, ebbe sede a Biella. Era costituito da plotone comando e tre compagnie:
- 7 “di Dio”
- 24 “di corsa”
- 37 “la nobile”
Nappina verde.
Era dislocato nella caserma “Simonetta” di Intra (dal 17 agosto 1911) , “Cadorna” di Pallanza, “Sempione” poi “Urli” di Domodossola , e nei distaccamenti di Iselle-Trasquera e Montorfano.
L’”Intra” fece quasi sempre parte del 4° reggimento alpini.
Nell’agosto 1914 fu trasferito in provincia di Udine, a S. Leonardo e paesi limitrofi per addestramento e verifica impiego materiale bellico. All’inizio della primavera 1915 è trasferito in alta Val Cosizza. Al comando del magg. Luigi Garrino entra in guerra con le compagnie 7 (cap.Casali),24 (cap.Peretti), 37 (cap Scandolara) e 112  “degli spiriti” (cap. Galeazzi). Fa parte della II Armata, IV Corpo d’Armata, Gruppo Alpini A.
Suo è probabilmente il primo Caduto della Grande Guerra, l’alpino Giovanni Bionda
ucciso alle 4 del 24 maggio 1915, sul monte Hevnik  nella zona di Passo Zagredan, mentre era di pattuglia col plotone esploratori.
Il battaglione risulta costituito da quattro compagnie alpine e due sezioni mitragliatrici  per un totale di 25 ufficiali,39 sottufficiali e 1248 alpini  di cui combattenti 21 ufficiali,29 sottufficiali e 887 alpini. La differenza era impiegata nei servizi.
Fra l’estate e l’autunno è in prima linea e protagonista di grandi battaglie nella Valle dell’Isonzo. Il 16 giugno partecipa alla conquista del monte Nero, attestato sul Pleca mentre le compagnie 7 e 37 sono presso la colletta Kozliak.
Il 3 luglio è impegnato al superamento della conca di Krn.
Dal 18 al 21 luglio è partecipe con altri reparti alla conquista di q. 2163 denominata “Monte Rosso” per il tanto sangue versato. Solo L’”Intra” perde 7 ufficiali (1 disperso) e 317 alpini (78 morti).
 Tale azione varrà ai battaglioni “Intra” e “Val d’Orco” la concessione della medaglia d’argento al valor militare.
Ultimati i preparativi per una nuova azione, al battaglione , unitamente al 5° bersaglieri, alla cui dipendenza viene messo, è affidato il compito di puntare verso le posizioni di S. Daniele. La sera del 13 agosto si porta sulle trincee di q. 195 ma un nuovo ordine lo invia nella notte sul 15 a Volarje e poi  a Selisce, alla dipendenza dell’ottava divisione che lo assegna alla brigata “Salerno” per l’azione contro il Mrzli e lo Sleme. Il 16 occupa le trincee di q. 1100, in rincalzo alle truppe operanti e all’alba del 17 invia due compagnie a q. 1186 a protezione di reparti dell’89° fanteria che ripiegano. Riunitosi poi a q. 1100, provvede a lavori di fortificazione.
Dal 21 al 24 ottobre, insieme alla brigata “Bergamo” agisce offensivamente ma senza successo contro le linee nemiche di q. 588-Kozmarice.
Nella notte sul 2 novembre , sostituito in linea, si porta a S.Lorenzo (Kamno) ritornando alla dipendenza  del gruppo A. Il 10 è a Volarje e Selisce. Il 15 presidia i trinceramenti del Mrzli , il 25 riassegnato alla brigata “Salerno”  e trasferito a Rio dei Molini di Gabrjie da dove la mattina del 26 novembre  attacca il nemico arroccato sul Mrzli.
Dopo un successo iniziale, causa il mancato arrivo di munizioni e rincalzi verso sera il battaglione deve ripiegare. Lascia sul campo 16 ufficiali e 437 alpini fra morti, feriti e dispersi.
I pochi superstiti sono inviati nelle retrovie a Smast  per un periodo di riposo e riordino sino alla fine dell’anno.
Fino al 26 marzo 1916 rimane negli accantonamenti di Smast impiegato in lavori di rafforzamento , stradali, costruzione baraccamenti e sgombero neve nelle zone del Mrzli e del Vodil.
Il 27 cessa di far parte del gruppo alpini A e per S. Pietro al Natisone, inizia il trasferimento in Val Camonica, il 30 giunge a Vezza d’Oglio passando alla dipendenza della 5 divisione (III corpo d’armata). Il 4 aprile, destinato alla 15 divisione parte per la Val Sugana. Il 5 raggiunge Strigno e l’otto distacca la 7 compagnia a Prati Musiera di Sopra per lavori. Il 12 si trasferisce a S. Giorgio in Val Maggio e poi a Marter. Il 13 con le compagnie 24,37 e reparti di fanteria, svolge un’azione puntando su Novaledo riuscendo a raggiungere l’abitato ma l’occupazione non può essere mantenuta ed a sera ripiega su Marter.
Il 14 la 112 compagnia passa al   battaglione “Monte Rosa” di nuova costituzione.
Il 15 si porta allo sbarramento del vallone di Monte Broi. Il 17 la 37 compagnia occupa le posizioni  di q. 870 (Valcanai) e la 24 compagnia quelle di Schide.
Il 19 , al battaglione è commessa la difesa della fronte Larganza-Volto con la 37 compagnia tra q. 817 e Volto, ove il 21 è respinto un attacco nemico. Il 24 la linea avanzata viene arretrata e l’”Intra” si riunisce a Borgo, in seguito la 7 compagnia provvede ad un servizio di avamposti a Cima Suera e Cima Carli. La 24 compagnia raggiunge le posizioni  di Villa Buffa in Val Campelle, la 37 è impiegata in lavori a Prati Musiera.
Il 30 al battaglione è affidata la difesa della sottozona Salubio.
L’avanzata nemica sugli altopiani, iniziata il 15 maggio, ha ripercussione in Val Sugana, ove la 15 divisione è costretta ad arretrare. Il 20 hanno inizio i movimenti ed il 23 l’”Intra” si schiera sul costone Samone-Spera, con la 24 compagnia sul Tambolin di Caldenave. Su tali posizioni  vengono respinti nuclei nemici. Il comando di battaglione assume la difesa di Monte Cima, avendo alle proprie dipendenze il battaglione “Feltre”.
Il 4 giugno, ritirato dalla linea di fuoco, si porta a Castelletto ove attende a lavori vari. Il 24 prende posizione a Monte Cima ed a Cima Ravetta concorrendo dal 3 al 10 luglio, con la 24 compagnia all’azione svolta dalla brigata “Venezia” e dal “Monte Rosa” contro Malga e Prima Lunetta. Il 16 si riunisce a Pieve Tesino, il 18 da Grigno in ferrovia raggiunge Tirano,poi in autocarri Premadio in alta Valtellina. Il 21 s’accantona a S. Caterina Valfurva e Pradaccio.
Al battaglione alle dipendenze della 5 divisione, è affidata la difesa della Valfurva distaccando i suoi reparti su posizioni  che s’elevano oltre i 3000 metri:
Albergo Ghiacciaio del Forno,passo Dosegù, passo dell’Ables, Monte Cristallo,Monte Gavia, bocchetta e forcella di Forcola.
Il 10 novembre si trasferisce alla II cantoniera della strada nazionale dello Stelvio, dislocando le compagnie in Val Forcola ed in Valle Braulio sulle posizioni: Rese alte e basse , lago di Scorluzzo , Forcola, Filone del Mot  (q. 2773 -2921).
Il 12 gennaio 1917 il comandante del battaglione è incaricato della difesa della Valle del Braulio da cui dipendono anche reparti del 56 fanteria, il primo febbraio le compagnie sono dislocate a Capanna Cedec, Monte del Forno, Val Rosole, Filone del Mot, Premadio. Gli alpini esplicano molti lavori e quando le condizioni climatiche lo permettono, molestano con pattuglie il nemico. Nel mese d’aprile numerose valanghe interrompono le comunicazioni e causano vittime.
Durante l’estate l’attività bellica è intensificata. Vengono occupate alcune posizioni abbandonate durante l’inverno. Il 17 luglio la 24 compagnia occupa la testata della Valfurva, il  Pizzo Tresero e la Punta Pedranzini. Il 29 agosto un nucleo d’arditi, partendo dalla III cantoniera , insieme ad alpini del “Val d’Orco”, distrugge appostamenti delle vedette avversarie.
Al sopraggiungere del nuovo inverno, gli alpini sono intenti a lavori per affrontare i rigori dell’alta montagna.
Sino a tutto marzo 1918 le nevi e la tormenta ostacolano ogni attività bellica.
In seguito al riordinamento delle truppe in Valtellina, il 14 marzo il battaglione viene inquadrato nel 2° gruppo (V raggruppamento) che il 4 aprile assume la difesa della zona Stelvio.
L’”Intra” mantiene quella della Valle Braulio.
Durante i mesi d’aprile e maggio, intensifica l’attività di pattuglie che compiono arditi colpi di mano.
Il 31 maggio, scende a riposo a Bormio e dintorni.
Ai primi di giugno è costituita la 75 divisione alla quale è assegnato il V raggruppamento.
Il 12 giugno, assume la difesa della regione dell’Ables ove disloca le compagnie. Il 18 fa ritorno nelle precedenti posizioni in  Valle Braulio.  Il 9 luglio la 24 compagnia respinge un attacco nemico diretto contro q. 2931 del Filone del Mot.  Fino al 25 agosto, gli alpini provvedono alla sorveglianza delle linee con azioni di pattuglie e sono impiegati in lavori di sistemazione trinceramenti. Dal 26 agosto al 29 settembre fruisce di un turno di riposo a Incudine, poi per Stab ,S. Apollonia,Lago Negro,S. Caterina , ritorna in linea nella sottozona di Val del Forno sulle posizioni di Sasso della Manzina , Monte del Forno, Albergo del Forno, Sasso Prealda, Cima S. Giacomo.
Durante la prima fase della nostra ultima offensiva, a mezzo pattuglie, mantiene il contatto col nemico. Il primo novembre, lasciata la 7 compagnia in Val del Forno si trasferisce a S.Caterina per scendere attraverso i passi di Dosegù e della Sforzellina in Val Noce. Il 3 si porta a Lago Negro e Ponte dei Buoi ove nella notte arriva anche la 7 compagnia. Passa quindi alla dipendenza del VI raggruppamento, raggiunge Fucine in Val di Sole dove si trova alla fine delle ostilità.
Il battaglione ebbe:
- Ufficiali morti 8, feriti 38, dispersi 6
- Truppa morti 255, feriti 885, dispersi 419
(Cifre incomplete per mancanza di documenti del 1917 da cui accertare i fatti).

Dopo un periodo d’occupazione in Germania, rientra in Italia e viene impiegato a Milano in servizi d’ordine pubblico.
Nel maggio 1919 con una tradotta per Brindisi raggiunse altri reparti ( 2 e 14 gruppo alpini della 75 divisione), venne  destinato in  Albania dove  è scoppiata un’insurrezione armata. Sbarcò ad Antivari (Montenegro)  e vi rimase di presidio  con una compagnia di formazione con alpini  delle compagnie 7 e 37 , distaccata a Sutorman a protezione della ferrovia e delle comunicazioni con Virpazar. Per un agguato il battaglione subì le prime perdite. In dicembre si trasferì in Albania via mare da Antivari a Durazzo dove sbarcò il 12. Si trasferì a Elbasan dove rimase di presidio. La situazione nella primavera 1920 andò peggiorando mentre le condizioni dei battaglioni diventavano sempre più precarie. La malaria e i congedamenti unitamente a mancati rimpiazzi portarono la forza media dei battaglioni a 200 uomini ciascuno. Nell’aprile 1920 fu necessario far ripiegare tutti i distaccamenti e farli ritornare verso la costa.  Il 17 maggio il 14 gruppo (btg. “Borgo San Dalmazzo”, “Feltre”, “Fenestrelle”) rientra in Italia. Il 19, giunse per il 2 gruppo (btg. “Dronero” ,”Intra”, Saluzzo”), già imbarcato a Durazzo e in procinto del rientro, l’ordine di raggiungere Valona. Il 22 i tre battaglioni sbarcarono e furono assegnati alla 36^ divisione. Vennero dislocati sulla linea di difesa , lunga circa 20 chilometri, tracciata attorno alla città ed al porto. L’”Intra” si schierò fra Chiaf e Babizes  , e Monte Longia a cavallo della rotabile proveniente dalla Valle Vojussa. L’11 giugno gli insorti attaccarono le difese di Valona tentando anche d’impadronirsi del Messovun difeso dalla 24 compagnia. In soccorso giunse la 7 compagnia che alla baionetta, col concorso di una compagnia del “Saluzzo” sbaragliò il nemico.
Il 19 giugno effettuò assieme a due battaglioni d’assalto “fiamme nere” , ad una sezione d’artiglieria da montagna ed alcune autoblinde  una ricognizione su Drasciovizza. La 24 compagnia che era in avanguardia, travolse la resistenza di nuclei nemici ma minacciata d’accerchiamento, con un contrattacco si disimpegnò.
Nella notte sul 24 luglio circa 15000 insorti attaccarono le difese italiane . A nord fra Goriza e Chiaf e Bestroves ed a sud fra q. 209 e Canina ma esercitarono lo sforzo principale al centro fra Monte Longia e il Messovun presidiati dagli alpini. L’”Intra” era al caposaldo di Messovun , respinse gli attacchi e mantenne il possesso di quella posizione chiave. Dopo due ore di sanguinosi combattimenti gli insorti si ritirarono con forti perdite. Gli albanesi, dopo la sconfitta subita, il 4 agosto accettarono le condizioni d’armistizio, cedendo all’Italia l’isolotto di Saseno. Nel corso del mese gli alpini rientrarono in Italia nelle rispettive sedi.
Tra il 1921 e il 1926 fu assegnato al 5° reggimento alpini, 2 divisione alpina.
Dal 1926 torna al 4° reggimento, I brigata alpini
Dal dicembre 1935 all’aprile 1937 fece parte dell’ 11° reggimento alpini, divisione alpina “Pusteria” per la campagna d’Etiopia.
Il 5 gennaio 1936 parte in treno dalla stazione di Fondotoce . S’imbarca sulla nave “Piemonte” e sbarca a Massaua in Eritrea. Con gli altri reparti della “Pusteria” marcia per trecento chilometri tra rocce , savane e caldo torrido. Il 15 febbraio è in prima linea nella conquista dell’Amba Aradam. Successivamente è sull’Amba Alagi e al Lago Ascianghi . L’”Intra” combatte e costruisce strade a Egadà, Robò, Quià, Passo Mecan nella zona di Mai Ceu.  Qui è dislocato il battaglione per difendere in prima linea il versante occidentale del Passo Mecan.  Il 31 marzo le forze abissine esercitano il loro massimo sforzo durante tredici ore di lotta durissima per scardinare le difese ma gli alpini non cedono. Cade il capitano Rosa della 24 cp assieme a 22 alpini . Attilio Bagnolini della 7 cp merita la Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria.
Al battaglione viene concessa la Medaglia d’Argento al Valor Militare.
Concorre inoltre, con gli altri reparti all’assegnazione della Medaglia di Bronzo al Valor Militare all’11° reggimento alpini.
L’avanzata degli alpini prosegue: Passo Angherà, Quoram, Dessiè, Addis Abeba che viene raggiunta il  5 maggio.
Le ostilità non cessarono con la fine delle operazioni militari ma cominciò la guerriglia.
Nella seconda quindicina del mese le unità della Divisione  “Pusteria” si trasferirono nella zona di Dessiè per riordino uomini, salmerie ed equipaggiamento. Il battaglione sostò  in zona sino ad ottobre svolgendo lavori stradali ,scorta convogli ,  sicurezza e controllo del territorio.
Il 18 e 19 ottobre i battaglioni “Saluzzo” e “Intra” in accaniti combattimenti fra il torrente Minuà e i monti Ruffà dispersero le bande ribelli infliggendo ingenti perdite.
Tra la metà di ottobre e la metà di novembre tutti i reparti della “Pusteria” si dislocarono in presidi armati a difesa di Addis Abeba. Questa situazione si protrasse sino a metà febbraio 1937 quando fu predisposto il rimpatrio previa sostituzione con reparti provenienti dall’Italia.
Tra il 20 febbraio e il 23 marzo le unità divisionali si riunirono nella zona di Ambò. Il trasferimento sino a Massaua in autocarro ebbe inizio il 23 marzo e termino 13 giorni dopo.
Il 12 aprile i reparti sbarcarono a Napoli ed il giorno successivo sfilarono in parata a Roma alla presenza del Re e del Duce.
All’inizio della seconda guerra mondiale, L”Intra” è destinato con i battaglioni “Val Brenta” , “Val Cismon”  e con il gruppo artiglieria alpina “Val d’Orco” più la 76 batteria del gruppo “Val d’Adige” a formare il Raggruppamento alpini “Levanna”
schierato alle testate  delle valli dell’Orco e della Stura di Lanzo.
Tra il 21 e 24 giugno 1940 i reparti effettuarono azioni di pattuglie e ricognizioni verso le testate dell’Arc e dell’Isere in Francia.
Dopo un periodo di riposo, il battaglione alle ore 12 del primo gennaio 1941 riceve l’ordine di mobilitazione. Il 3 parte per Bari  dove l’otto gli alpini s’imbarcano sulla  nave  “Quirinale” che il giorno successivo giunge a Durazzo.  Alle dipendenze della divisione” Cuneense” è impegnato dal 10 gennaio al 3 giugno  nella dura campagna.
Il mattino del 24 gennaio, dopo una preparazione di artiglieria e di mortai, il battaglione penetrò nelle difese avversarie conquistando tre quote fra Dobrej  e la q. 926. Mantenne le posizioni contro i contrattacchi rinnovati sino a notte . In previsione che altri attacchi fossero sferrati l’indomani, gli alpini improvvisarono caposaldi. Infatti all’alba del 25 i greci , dopo una pesante azione d’artiglieria e di mortai, contrattaccarono in forze e la lotta si prolungò per tutta la giornata. L”Intra” non cedette ma occupò altro terreno. I contrattacchi nemici del 26 furono tutti respinti ed i greci non insistettero oltre. Le perdite nemiche furono ingenti. L’”Intra” perdette numerosi alpini e tra i feriti  due comandanti di compagnia ed il comandante del battaglione.
Per questa vittoriosa azione il battaglione “Intra” fu decorato di medaglia di bronzo al valor militare.
Il 20 marzo lascia le posizioni di Dobrej  ed autotrasportato giunge a Kafa e Kubulles per poi raggiungere Val Skunbini dove è posto alle dipendenze della divisione di fanteria “Pinerolo”. Il 2 aprile è a Orake,alle dipendenze della divisione fanteria “Arezzo” dove ricevette ordine di dislocarsi sul massiccio del Sebenik al confine con la Jugoslavia, a ovest del lago di Ocrida fra le q.1134 e  2013. L’undici aprile ricevette l’ordine di riunirsi per partecipare all’offensiva ed all’inseguimento degli ellenici in ritirata. La riunione, data la grande estensione del fronte lungo il quale era schierato, fu laboriosa e richiese tempo, tuttavia la sera del 13 l’”Intra” era a Pogradec. La 37 compagnia che era dislocata più lontano delle altre, dovette effettuare una marcia forzata di 137 chilometri in 54 ore per riunirsi al battaglione.
Nella giornata del 14, il battaglione, preceduto da altre forze, marciò in direzione di Bilishti . Il nemico attestato sul Mali Thatè arrestò l’avanzata. La 24 compagnia  mosse alle ore 24 ed alle 5,30 del 15 aprile giungeva a q. 2010 aggirando e costringendo i greci alla resa. Proseguendo la marcia il battaglione giunse a Bilishti.
Era importante occupare il Passo sul confine greco albanese per il quale passava la rotabile per Smardesi (o Smerdeke) prima che vi giungessero truppe tedesche. Alle 14 del 16 aprile la 37 compagnia era sul Passo e inviava, oltre lo stesso, in territorio greco, una forte pattuglia che a dodici chilometri oltre il confine, sulla strada per Castoria, prendeva contatto con l’avanguardia tedesca. Il giorno seguente una cerimonia ufficiale sanzionò questo incontro.
Il 19 la 37 compagnia, sostituita da altri reparti, rientrava al battaglione che il 21 aprile entrava a far parte della “colonna Nasci” costituita con le divisioni “Tridentina” e “Pusteria” per avanzare in territorio greco.
Il 23 aprile 1941 con l’armistizio, aveva termine la durissima campagna militare.
L’”Intra” perse in 5 mesi 43 uomini fra cui 4 ufficiali ,116 feriti di cui 5 ufficiali e 129 ammalati. Rientrato in Italia,riposo e riorganizzazione sino a gennaio 1942 quando viene destinato in Dalmazia( Jugoslavia) dove nel luglio precedente in Montenegro era scoppiata la rivolta armata.
Sbarcato a Ragusa a metà gennaio, il giorno 28  reimbarcato e destinato a Fiume  a disposizione del V corpo d’armata. Per ferrovia fu trasportato a Josipdol per raggiungere Vrhovine ma le condizioni del terreno coperto di neve e l’aperta ribellione della popolazione costrinsero il battaglione a sostare a Josipdol. Il comando della 2 armata approfittò della sosta forzata per impiegare gli alpini nello sblocco del presidio di Slunj. L’operazione fu iniziata ma non condotta a termine in quanto gravi avvenimenti imposero il trasferimento nella Lika. Rientrato a Fiume, il battaglione assieme al gruppo artiglieria “Aosta” vennero autotrasportati a Gospic. Qui con altri reparti formò una colonna per liberare i presidi di Ubdina e Korenica assediati dai partigiani. L’azione conosciuta come “Operazione K” venne compiuta nella terza decade di marzo. Poi il battaglione ed il gruppo furono trasportati a Sarajevo e rientrarono al 4° alpini.
Il 7 maggio, in occasione di un’operazione, mentre le compagnie 7 e 24 raggiunti i loro obiettivi stavano apprestandosi a consumare il rancio, la 37 compagnia in prossimità del M. Vides fu attaccata da due brigate partigiane .  La compagnia fronteggiò l’attacco e occupò la sommità del monte arroccandosi a difesa. Le altre due compagnie udito il rumore del combattimento accorsero ma sia per l’ampio fronte che per l’asprezza del terreno giunsero diverse ore dopo. Il combattimento durò per l’intera notte e cessò soltanto all’alba del giorno 8 quando i partigiani si ritirarono.
Nella prima decade di giugno il battaglione giunge da Kalinovik  alla zona di Nevesinje. Sostenne scontri nella boscosissima regione della Zelena Gora, nel massiccio di M. Maglic e nella zona di Viluse . Nei primi di luglio si sposta da Nevensinje e alla fine del mese giunge a Cainice.
Nell’estate le forze partigiane si spostarono in Croazia.  La divisione “Alpi Graie” rimpatriò e numerosi battaglioni e gruppi furono destinati in Grecia.
La divisione “Taurinense” rimase la sola unità alpina in Montenegro impegnata a presidiare una vasta zona ed a svolgere attività di controguerriglia.
Alla fine di marzo 1943 i partigiani, sconfitti i “cetnici” sulla Naretva,giunsero al  corso della Drina con l’intenzione d’entrare in Montenegro. Il battaglione con la 6 batteria viene mandato a fronteggiarli. L’otto aprile sostiene violenti scontri sul monte Kapac ed è costretto a ripiegare a Plevlja il giorno 11. Le forze italiane  (btg “Fenestrelle” ed “Intra” e le batterie 1 e 6) lasciano sul terreno 73 morti, 163 feriti e 6 dispersi.
Nei mesi successivi partecipa ad azioni di rastrellamento l’ultimo dei quali l’otto settembre, data in cui viene comunicato l’armistizio. Il battaglione è a Niksic e sino al 4 ottobre lotta contro i tedeschi quando viene sopraffatto nella piana di Dragali e cessa d’esistere come unità combattente.
Alcuni alpini al comando del cap. Zavattaro Ardizzi  proseguirono i combattimenti nella divisione  partigiana“Garibaldi” sino all’otto marzo 1944 quando ci fu il rimpatrio.
Il 19 settembre 1965 fu posata la prima pietra del Memoriale dell"Intra"che fu inaugurato il 3 settembre 1967. Su lastre in bronzo sono incisi i nomi di 349 Caduti nella Prima Guerra, 47 in Africa Orientale e 295 nella guerra 1940-45. La seconda domenica di giugno di ogni anno si tiene la cerimonia commemorativa.

Comandanti:
Magg. Giovanni CHIOSSI           1911
Magg. Luigi GARRINO                24.05.1915 – 03.07.1915
Magg. Remigio PERETTI            04.07.1915 – 01.11.1915
Cap.    Francesco PEVESIO        02.11.1915  - 16.11.1915
Magg. Ottorino RAGNI                17.11.1915 – 06.11.1916
Cap.     Carlo ZANNI                   07.11.1916 – 24.11.1916
Magg. Oddino DALMAZZO         25.11.1916 -  1918
Cap.    Amedeo FRATI               22.07.1919 – 18.06.1920
Magg. Giuseppe RENZETTI       19.06.1920  - 1920
Cap.  PEZZANA                         1920
Magg. CROCE                           1921
Magg. BILLIA                             1932
Ten.Col. Emilio MAGLIANO       1933
Ten.Col. Giuseppe BOTTI          1935 – 1936
Magg. Giuseppe MANGILI         1937 – 1938
Magg. Fedele MARTINOJA        15.10.1938 – 15.11.1940
Ten. Col. Aldo BAGLIONI          16.11.1940 -  gennaio 1941
Magg. Mario ODASSO               gennaio 1941 – 10.01.1942
Magg. Igino VENTURA              11.01.1942 – 31.03.1943
Magg. Alfredo COSENZA            01.04.1943 – 16.09.1943
Cap. Pietro ZAVATTARI ARDIZZI    16.09,1943 – 24.09.1943
Magg. Marcello SESSICH           24.09.1943 – 04.10.1943


Battaglione “Intra” R.S.I.
Fu costituito ad Aosta il 15 febbraio 1944. Fece parte del 1° reggimento alpini.
Comprendeva le compagnie 11-12-13-14-15. Compì l’addestramento nel campo di Munsingen in Germania. A fine luglio ‘44 in previsione dello sbarco alleato in Liguria fu schierato a difesa del settore fra la direttrice Rezzoaglio-mare e Passo del Bocco-Lavagna. A fine ottobre fu trasferito in Garfagnana dove si schierò nel settore delle Alpi Apuane dal monte Grottorotondo  al monte Altissimo che fino all’aprile 1945 difese dagli attacchi del corpo di spedizione brasiliano prima e della 92 divisione “Buffalo” poi, entrambi appartenenti alla 5 Armata americana. Il 18 aprile 1945 a seguito dello sfondamento della Linea Gotica nel settore adriatico, iniziò il ripiegamento verso la pianura padana sostenendo combattimenti di retroguardia sia contro gli americani sia contro i partigiani. Il 29 aprile 1945 a Fornovo Taro (Pr) si arrese con l’onore delle armi alle truppe brasiliane.
Comandanti: Ten.col. Francesco Giorda, magg. Aurelio Marcarino, cap. Mario Fornasari, cap. Franco Appoggi.
Sedici sono le decorazioni al valore militare, quattro gli encomi solenni due le promozioni per merito di guerra.
Quarantanove Caduti presenti alla bandiera.


Battaglioni Alpini