Battaglione Alpini Val Natisone


Il “Val Natisone” (nappina verde) è costituito dal Deposito dell’ottavo reggimento alpini il 15 febbraio 1915 con le compagnie 216^ e 220^, a Caoria il 9 dicembre 1916 è costituita la 279^, comandante di battaglione il 1° capitano Giorgio Lanzoni.
Il mattino del 24 maggio 1915 il battaglione, che fa parte del Gruppo Alpino "A" comandato dal Col. Tedeschi, passa la frontiera e occupa le pendici del Monte Kuk. Alcuni giorni dopo lascia il Kuk e, con successivi spostamenti, percorre tutta la zona montana che si svolge a sud della linea Luico -Tolmino: zona nella quale le truppe  italiane di giorno in giorno ne vanno allargando l'occupazione. Il 2 giugno il battaglione passa l'Isonzo, inviando la 216^ a Drezenka, per essere impiegata nel traino di cannoni verso le prime linee, e la 220^ sul Kozliak, di rincalzo al battaglione "Exilles" che è stato attaccato dagli austriaci. Il giorno tre  l'“Exilles” con la 220^ sostiene l'attacco di due battaglioni austriaci che, scesi dal Monte Nero col favore della nebbia, sono giunti a ridosso delle  postazioni italiane. Scorti  sono  ricacciati con gravi perdite. Riunitosi, il giorno sette, il "Val Natisone" presidia il Monte Kozliak fino al 28 giugno. Nella notte sul 29 il comando di battaglione con la 220^ si trasferisce sul Monte Nero, dopo la conquista fatta dall' “Exilles”, con il compito di difenderlo ad ogni costo, La 216^ occupa il 2 luglio il fronte Kozliak - Colletta in sostituzione del "Val Toce",  il 6 luglio raggiunge il Monte Nero riunendosi al resto del battaglione. Questo, nella notte sul 31, scende a riposo nei pressi di Minse, il 17 agosto prosegue verso il Monte Vodil a rincalzo di altri reparti. Il 19 prende posizione nelle trincee sulle alture di Gabrje , dove la notte sul 21 settembre, è attaccato dagli austriaci e pur  subendo gravi perdite riesce a ricacciarli. Il giorno 29, ha l'ordine di attaccare il Monte Vodil; operano con il "Val Natisone" la 39^ dell’ “Ivrea”, i battaglioni "Cividale" e "Susa". Gli alpini assaltano le posizioni nemiche, i loro sforzi sono vani perché fermati dai reticolati, rimasti completamente intatti, sottoposti  per ore al tiro delle mitragliatrici nemiche riportano numerose perdite. Il 30 settembre, sostituito in linea dal "Cividale" il battaglione  scende a riposo a Volarje. L'attacco al Vodil è riprovato il 22 ottobre. Assalti e contrassalti si susseguirono per sei giorni. Il giorno 28, dopo lunga preparazione d'artiglieria, le trincee nemiche cadono in  mano agli alpini. Il nemico torna subito all’attacco ma è ricacciato ancora una volta, finché, dopo dieci giorni di aspra lotta è costretto a desistere. Il 25 novembre scende a occupare le trincee di Dolje da dove passa il giorno 29  in quelle di Monte Mrzli. Il 12 dicembre il battaglione scende dal Mrzli e per Ladra e Caporetto si trasferisce sulle pendici di Monte Krasi ,dove è addetto a traini d'artiglieria, in costruzioni di baraccamenti e ricoveri . Dopo un mese, il battaglione si posiziona sul Vrsic dove il rigido inverno e le numerose valanghe rendono estremamente dura la vita di trincea e quasi  impossibili i rifornimenti.  Il 12 febbraio 1916, ricevuto il cambio dal "Cividale", scende a Magodz per un lungo periodo di riposo. A metà marzo torna in linea occupando le posizioni di q. 2133 e Na Krogu dove, ostacolato dalle frequenti bufere e valanghe, che rendono impossibile il servizio dei rifornimenti, rimase per cinque giorni completamente isolato dalle retrovie. Dopo tredici giorni le vie sono riaperte e, ricevuto il cambio dal  “Valtellina”, scende per riposo a Magodz. La notizia dell'offensiva, che lo S. M. Austriaco vuole scatenare contro le posizioni italiane  tra la Val Sugana e la Val d'Adige, giunse al battaglione il 20 aprile, subito seguita dall'ordine di partenza per Marostica nella zona dell'Astico. La sera del 23 aprile giunse a Marostica, dove passa a far parte del  Gruppo Speciale "E", comandato dal colonnello Sapienza. Il 17 maggio raggiunge Cogollo e nella notte sul 19 occupa le falde di Monte Toraro. Sulla sua destra prende posizione il "Mercantour", sulla sua sinistra il "Matajur". Fin dalle prime ore del 20 il battaglione è sottoposto a continuo fuoco d'artiglieria e di ripetuti attacchi di reparti  nemici, che sono sempre respinti. Il giorno successivo la posizione è di nuovo battuta dal fuoco d’artiglieria e verso le ore 17, col favore di una fitta nebbia, il nemico effettua un attacco di fanteria riuscendo a sopraffarne le posizioni avanzate. Sempre col favore dalla nebbia il nemico piomba su diversi punti della linea. Respinto, ritorna all'attacco riuscendo a penetrare fra l'estrema destra del “Val Natisone” (216^) e il "Mercantour", obbligando in tal modo gli alpini a cambiare il fronte. Un altro attacco è portato anche sull'estrema sinistra (220^). Dopo un sanguinoso combattimento e con la linea di difesa rotta in più punti, deve ripiegare su un cocuzzolo sovrastante le Malghe Toraro. Alle 19.30, il battaglione ripiega su Malga Zolle e in seguito, per Arsiero, è avviato a Seghe di Velo dove giunse alle ore 2 del 21 maggio. L'indomani si sposta sulla riva sinistra dell'Astico e il 26 maggio, in seguito all'avvenuto ripiegamento dei reparti antistanti, si porta ad occupare le trincee di Schiri con la 220^ sul declivio di Monte Cengio e con la 216^ davanti il paese. Il giorno 31, sottoposto a violento bombardamento, che procura numerose perdite, è sostituito in linea da altro reparto e per Gogollo-Bocchette S. Orso è avviato alla difesa del Passo del Colletto dove giunse alle ore 12 del 1° giugno. Nello stesso giorno è assegnata una compagnia di marcia e con questa rimane a disposizione della 35^ Divisione. Il 12 giugno si trasferisce nella regione del Monte Giove occupando, il giorno successivo, le posizioni del Campedello, con alla sinistra il "Monte Matajur" e a destra il 64° Rgt fanteria. Dall'alba del 13 le posizioni italiane, sono sottoposte ad intenso bombardamento che verso le 12, attacca a più riprese il Monte Giove e Passo Campedello. Prontamente contrattaccato, è respinto. Alle ore 16 anche il bombardamento cessa.  Il 14 giugno, ricevuto il cambio, il battaglione, e  si trasferisce alla testata di Val Gozzo dove arriva la sera del 24 giugno.  Dal 25 al 28 di giugno lo Scoglio del Cane, Malga Fossetta, Monte Palo, Cima Saette, Monte Lozze tornarono in mani italiane e l'antica linea di difesa è ristabilita. Il 29, gli italiani tentano di irrompere attraverso la linea che seguiva la sponda sinistra di Val Galmarara e sbarrava la via verso la posizione delle Portule. A tale scopo il "Val Natisone" occupa nella giornata la linea Busa della Crea - Busa del Ghiaccio e nella notte tenta la scalata e l'assalto del canalone tra Q.2071 e Q.2056 di Monte Chiesa. La posizione, già fortissima per natura, è ulteriormente fortificata dal nemico e, tutti gli sforzi effettuati dal battaglione per conquistarla sono vani. Da quel momento comincia il calvario degli alpini del "Val Natisone" e degli altri battaglioni del XX°  Raggruppamento; attacchi e contrattacchi si susseguono senza tregua per molti giorni mettendone a dura prova la resistenza, che lasciano la quasi totalità dei loro effettivi su quelle pendici.  La notte sul 4 luglio il battaglione si sposta a Busa del Ghiaccio e il 5 a Grotta del Lago per l'attacco al fronte Monte Forno - Malga Pozze, come rincalzo al "Monte Matajur". L'attacco tentato nei giorni 6 e 7 luglio non ha effetto perché ostacolato dall'intenso fuoco nemico e dalle difficoltà del terreno. Passato il 21 luglio sul rovescio di Monte Lozze, a disposizione del maggiore Pizzagalli quale riserva della colonna d'attacco a Monte Ortigara e Monte Campigoletti, vi rimane fino al 25 luglio, giorno in cui ripiega a Roccolo Cattagno.  Dopo un periodo di permanenza nel bosco di Mitterwald, il 6 di settembre scende a Grigno da dove è caricato su autocarri e trasportato nella zona delle Alpi di Fassa. Raggiunto il 7 settembre Canal San Bovo, vi sosta fino al 27 andando poi a sostituire il battaglione "Monte Rosa" nelle trincee del Monte Cauriol. Il 6 ottobre, mentre il “Monte Arvenis” agiva sul Cardinal, pattuglie di arditi della 220^, arrampicatesi su per le rocce, raggiungono la Q. 2318 del Cauriol da dove, con efficace e preciso tiro, battono i rovesci del Cardinal e di Busa Alta impedendo l'arrivo di rincalzi nemici. Per tutto il 1916 e fino all'autunno 1917, il battaglione rimane nella zona delle Alpi di Fassa senza che vi si svolgessero azioni di particolare rilievo.  Il 25 ottobre si trasferisce nella zona di Conca Tesino, fra Malezze e Sorgazza, passando alle dipendenze della 15^ Divisione. Nella notte dal 7 all'8 la 15^ Divisione inizia il ripiegamento lasciando il "Val Natisone" con altri due battaglioni alpini (Gruppo “Sirolli”) come truppe di copertura.  Il giorno 8 il "Val Natisone" si schiera a Spiadon, il 9 sulle posizioni di Malga Morande - Acopan - Picosta -Celado - Selle di Valnappe, il 10 sulla linea Cima Campo - Cima Lan - Covolo S. Antonio ed il giorno successivo in Valle Stizzon nella zona Casera Zarolla e Casera il Cristo a sbarramento di detta valle ed a collegamento fra le truppe della difesa principale di Monte Grappa e quelle della difesa avanzata. Portatosi sul Monte Roncone, il 15 novembre dopo violentissimo fuoco d'artiglieria nemica, è attaccato in forze. Nonostante la disperata resistenza è costretto, in serata, a ripiegare sulle posizioni di Monte Avien e quindi su quelle di Monte Fontanasecca.  Alle ore 15 del giorno 16, una compagnia del battaglione si schiera sul costone sud - ovest di Monte Pertica a sbarramento della Val Cesilla ed a collegamento fra le truppe del Pertica e quelle della 15^ Divisione a Cason delle Fratte, mentre l'altra compagnia raggiunse Monte Coston. Successivamente, passa come riserva della 15^ Divisione e il 23, completamente ricostituito, è inviato in prima linea a far parte della sottozona a destra del Monte Pertica. Il 25 riceve il cambio, il 28 passa alle dipendenze della brigata fanteria “Trapani” e il 6 dicembre si trasferisce a Col Campeggio passando alle dipendenze del 6° Raggruppamento  Alpino.  Il giorno successivo si sposta alla Gusella e, da questa, in seguito alla perdita di Col della Berretta, è portato in avanti al contrattacco. Alle ore 12 del giorno 6, dopo un violento fuoco di preparazione, il "Val Natisone" riesce ad occupare Q. 1476 che deve però abbandonare in serata. Spostatosi il 18 dicembre sull'Asolone, è attaccato da reparti d'assalto del gruppo “Krauss” e dopo un’ accanita lotta nella quale perde la quasi totalità dei suoi effettivi è costretto a ritirarsi. Il 20 dicembre 1917, ridotto a poco più di 200 uomini, passa agli ordini del Gruppo Alpino "A" che in seguito assume la denominazione di 16° Gruppo Alpino. Ai primi di gennaio del 1918 si trasferisce verso Verona e il 24 giunge a Pedemonte Valpolicella. Il 25 febbraio 1918 è sciolto e i suoi elementi passano in forza ad altri battaglioni alpini dell’ottavo reggimento.
Al battaglione “Val Natisone” , per la tenace resistenza opposta al nemico nel maggio-luglio 1916, è concessa la medaglia di bronzo al valor militare:
“Il battaglione “Val Natisone” dette esempio di tenacia e di abnegazione, sbarrando il passo al nemico con un’incrollabile resistenza e attaccandolo poi, vittoriosamente, con impetuoso valore” (Le Buse Schiri,M.Giove,M. Chies, 20 maggio-9luglio 1916).

valnatisone


Nell’agosto 1939 è mobilitato il battaglione “Val Natisone” (cp 216-220-279), ed inquadrato nel raggruppamento alpino “Alto Isonzo”.  Il 1° maggio 1940 il raggruppamento è sciolto e sono costituiti due gruppi alpini “valle”. Il “Val Natisone” (ten.col. Prospero Del Din)  unitamente ai btg “Val Tagliamento”, “Val Fella” e gruppo artiglieria “Val Tagliamento” costituisce il 1° gruppo alpini “valle”.
Nel giugno 1940 è a copertura della frontiera con la Jugoslavia.
Nella prima decade di novembre il 1° gruppo alpini “valle” giunge in Albania, dove cede i btg “Val Tagliamento” e “Val Fella” alla “Julia” e  il gruppo “Val Tagliamento” passa a disposizione del XXV corpo d’armata. Al “Val Natisone” è affiancata la 27^ batteria del gruppo “Val Tanaro”.
Il 25 novembre a Policani la 279^ compagnia riceve il battesimo del fuoco resistendo agli attacchi greci pur con sensibili perdite e riuscendo a ripiegare grazie all’aiuto delle compagnie 216^ e 220^. Al 1° gruppo alpini “valle” è affidato il compito di sbarrare la testata della valle Zagorias per cui bisogna occupare l’abitato di Policani e ricacciare i greci posti a difesa sulle alture a sud di Bregu-Sant’Atanasio. Il mattino del 28 il “Val Natisone” sbocca nell’alta valle Zagorias per portarsi a contatto col nemico mentre la 27^ batteria si dispone nei dintorni di Sheperi. I greci oppongono un’accanita resistenza con nutrito fuoco di fucili,mortai,mitragliatrici. Artiglierie nemiche battono i nostri reparti cercando di far tacere i pezzi del “Val Tanaro”. Un reparto di alpini con mortai e mitragliatrici è dislocato alla sella del Policanit da dove impegna sul fianco i reparti greci. Nel pomeriggio mentre due compagnie (216-220) impegnano frontalmente i greci, questo distaccamento muove per aggirarne il fianco destro ma si scontra con una colonna nemica che avanzava per attaccare la sella del Policanit. Lo scontro è violento ma gli alpini hanno la meglio, i greci si ritirano in disordine. Il battaglione si schiera a difesa delle mulattiere di quota 900 e della sella di monte Policanit. Il 29 i greci riescono a occupare con un centinaio d’uomini la spalla sinistra di sella Policanit dalla quale possono battere d’infilata la nostra difesa. Gli alpini contrattaccano ma riescono solamente a contenere l’occupazione dei greci. Nella notte il 1° gruppo alpini “valle” è rinforzato da due compagnie del battaglione “Belluno”. All’alba del 30 i greci rinnovano l’attacco. Sul terreno innevato, battuti da vento gelido e tormenta, gli alpini resistono per tutto il giorno. Dopo una giornata di tregua, il 2 dicembre i greci tornano all’attacco ma sono respinti. Il 3 un plotone della 220^ cp. riconquista la sella del Policanit ma il giorno successivo deve ripiegare per il forte contrattacco greco che minaccia di aggirare la posizione. Il 6 dicembre il 1° gruppo alpini “valle” è schierato a difesa della media val Zagorias; il battaglione “Val Natisone” è sul Shesh i Mal notevolmente ridotto tra perdite e invio della 216^ compagnia a Piscaldi per prendere collegamento con la divisione “Bari” e di un plotone inviato a Klisura a disposizione del comando corpo d’armata. Il giorno 8 contrattacca i greci nella zona di Hosteve ma quando ha già impegnato l’avversario, giunge l’ordine di sospendere l’azione. La 279^ in combattimento a Hosteve riesce a sganciarsi solamente con l’aiuto della 220^  dopo alcune perdite. Nella notte del 9 rientra al battaglione la 216^ compagnia schierata sul Shesh i Mal. Il 10 e 11 dicembre attacchi greci ma gli alpini mantengono saldamente le posizioni. Nei due giorni successivi non ci sono attacchi e gli alpini cercano di sistemare le precarie linee difensive. Il 14 dopo intensa preparazione d’artiglieria, si scatena l’attacco sul fronte tenuto dal 1° gruppo alpini “valle”. Per tutta la giornata ci sono violenti combattimenti e solamente la 279^ compagnia deve arretrare per le perdite subite. In questo frangente merita la medaglia d’Oro al valor militare alla memoria il tenente Mario Francescatto. Per questo cedimento e nonostante i contrattacchi, che s’infrangono contro le soverchianti forze nemiche, il “Val Natisone” è costretto a ripiegare a tergo del Shesh i Mal scoprendo il fianco sinistro della linea difensiva. La 77^ compagnia del “Belluno” è dislocata a protezione di questo settore. Il 15 nuovo attacco greco ma  l’avanzata nemica viene arrestata. Il ten.col. Del Din malato deve lasciare il comando del battaglione. Il 17 il 1° gruppo alpini “valle” arretra le posizioni in bassa val Zagorias perché le difese di fondo  valle Vojussa sono ripiegate per la forte pressione nemica. Il “Val Natisone” si schiera a cavallo del Bregianit ridotto a 120 uomini. Il 20 i greci saggiano la consistenza dello schieramento italiano con azioni di pattuglie; nel pomeriggio una compagnia nemica avanza in prossimità della linea del “Val Natisone” , si attesta e riceve rinforzi . Il 23 è attaccato il presidio a quota 1097, gli alpini ripiegano verso la cima del Bregianit incalzati da sud e da est dai greci. Ne nasce per alcune ore una lotta accanita sino a quando per la superiorità numerica gli alpini abbandonano cima Bregianit e si attestano sulle pendici sud. La vetta è battuta dalla 27^ batteria e dopo alcuni contrattacchi, un plotone di volontari delle 216^ e 220^ cp. riesce alle 21 a rioccupare la cima e scacciare il presidio greco. Nel pomeriggio del 24 i greci riconquistano la cima; la notte sul 25 alle tre gli alpini alla guida del capitano Marco Bertino comandante del battaglione “Val Natisone” raggiungono di sorpresa le posizioni e dopo breve combattimento riescono a volgere in fuga i greci. Il “Val Natisone” è ridotto a 80 uomini. Il 27 i greci dopo aver ricevuto numerosi rinforzi attaccano disposti su due colonne ; il presidio disposto sulla cima del Bregianit ripiega combattendo su una quota inferiore e una selletta sottostante. I pochi superstiti incalzati dai greci devono nuovamente ripiegare su una linea difensiva sottostante dove li attendono due plotoni e tre mitragliatrici del “Belluno”. Verso l’alba del 28 dicembre rientra in organico il plotone che era stato distaccato a Mezgoranit. Sono una cinquantina di alpini che costituiscono un rinforzo inaspettato. Nelle prime ore del mattino, dopo un’ora di preparazione d’artiglieria, i greci tornano all’attacco ma gli alpini con il concorso delle nostre batterie riescono  a fermare l’avanzata nemica e poi a contrattaccare riuscendo ad occupare la sella e la quota 1184. Di qui cercano di proseguire verso la cima del Bregianit ma il fuoco incrociato delle mitragliatrici falcia gli alpini che in breve rimangono senza ufficiali e devono attestarsi sulle posizioni raggiunte. La sera il “Val Natisone” incorpora 150 conducenti e alcuni ufficiali e il 29 tenta un nuovo attacco al Bregianit  che fallisce. I resti del battaglione ripiegano su quota 1184. I greci premono su tutta la linea cercando di aprire un varco ma non riescono nell’intento. Sul fronte del 1* gruppo alpini “valle” imperversa il cattivo tempo (pioggia, neve, tormenta, vento gelido, freddo) e i greci si limitano ad azioni di pattuglia. L’occupazione di Klisura e del monte Groppa da parte del nemico mette i difensori del Bregianit in grande difficoltà perché i greci dalle nuove posizioni dominanti riescono a battere i rovesci delle nostre linee. Il 25 gennaio il “Val Natisone” attacca le posizioni del Bregianit ma la reazione avversaria ferma l’avanzata. Nella notte del 27 un nuovo tentativo riesce ed alle 6,30 del 28 la cima è conquistata con gravi perdite ( 11 ufficiali mancanti, 87 caduti, 47 feriti, 56 dispersi). Nella giornata il battaglione (magg. Manca) deve ripiegare sulle posizioni di partenza dove si riordina su una compagnia di formazione e riceve come rinforzi una compagnia del 67° reggimento fanteria  e la 79^ compagnia del “Belluno”. All’alba del 30 gennaio gli alpini tentano un ulteriore attacco ma vengono respinti dal fuoco dell’artiglieria, dei mortai e delle mitragliatrici. Il 15 febbraio il battaglione riceve un’aliquota di complementi, nella notte un attacco greco è respinto. Il mattino del 16 viene sopraffatto un plotone mitraglieri ed i greci attaccano sul fiano e sul rovescio le posizioni delle compagnie 216^ - 279^  del “Val Natisone” e 79^ del “Belluno" che dopo una strenua resistenza devono ripiegare in seconda linea. I greci non riescono tuttavia a occupare la sella a quota 567 validamente difesa dalla 220^ compagnia. A notte inoltrata è attaccato di sorpresa il primo battaglione del 68° reggimento fanteria che non regge l’urto. Gli alpini e i pochi fanti superstiti si schierano a ridosso del ponte romano sul torrente Zagorias che in seguito varcano incalzati dai greci . Sono un centinaio di uomini guidati dal tenente Aldo Specogna aiutante maggiore del battaglione “Val Natisone”. Si ricongiungono agli alpini del “Belluno” che a quota 1000 sul Golico resistono e il mattino del 17 respingono un attacco greco. Dal 18 febbraio 4 ufficiali e 47 alpini del “Val Natisone” unitamente a 7 ufficiali e 100 alpini del “Belluno” difendono le quote 1000 e 739. Il 28 febbraio i greci attaccano con truppe scelte per travolgere le nostre linee ma non riescono nell’intento. Il “Val Natisone” è ridotto a 14 alpini senza ufficiali, il “Belluno” a 2 ufficiali e 50 alpini. Il 2 marzo il comando del 1° gruppo alpini valle scende a Monastir Kodra con i pochi superstiti. Rinforzato da alcuni ufficiali e da un centinaio di alpini, il 9 marzo è inviato d’urgenza a rinforzo delle posizioni del Beshishit tenute dal 9° alpini. Il 23 marzo 1941 il 1° gruppo alpini “valle” al completo degli organici è riunito a Ramizza. Il giorno successivo è inviato nell’alta valle Smokthina per dare il cambio ad altri reparti. Nel primo mattino del 14 aprile il “Val Fella” seguito in secondo scaglione dal “Val Natisone” muove all’attacco delle posizioni tra quota 1600 e 1614 del monte Mureve. La violenta reazione di fuoco e le avverse condizioni del terreno coperto da neve che raggiunge anche il metro d’altezza impediscono il successo dell’operazione. Nella notte del 16 i greci si ritirano e gli alpini occupano le posizioni lungo la testata della valle Smokthina. Nei giorni successivi il 1° gruppo alpini “valle” raggiunge Kuc senza incontrare resistenza e i reparti si dislocano in zona. Il 23 aprile quando cessano le ostilità è dislocato nella zona di Van-Molini Davie.  Il 28 aprile passa alle dirette dipendenze dell’ottava armata e si trasferisce per via ordinaria a Scutari. Ai primi di giugno è in Jugoslavia nei pressi di Morina e alla fine di luglio parte per il Montenegro.
Al valoroso battaglione è concessa la medaglia d’argento al valor militare: “Durante cinque mesi di aspra lotta, dava numerose prove di ammirevole tenacia e di indomito valore, arrestando l’avversario, contrattaccandolo ed infliggendogli gravissime perdite. Nell’ultima fase offensiva svolgeva azione decisiva e travolgente, scacciando il nemico da munitissime posizioni ed inseguendolo con slancio oltre il confine” Fronte Greco,7 luglio 1941.
Dall’agosto a ottobre il “Val Natisone” presidia la zona di Podgoriza, a metà ottobre sostiene vari combattimenti contro i ribelli che intensificano gli attacchi contro le colonne di rifornimenti. In queste circostanze e in azioni di rastrellamento subisce numerose perdite. Il 23 ottobre 1941 è citato all’ordine del giorno del governatore militare del Montenegro, generale Pirzio Biroli. A fine novembre presidia Visegrad. In dicembre la 216^ compagnia, rinforzata dal plotone arditi e da due squadre mortai da 81, assieme ad altri reparti partecipa al rastrellamento nella zona Ustibar-Rudo volto a bonificare dai ribelli questo settore. Partito il 22 dicembre da Visegrad al comando del cap. Ernestro Contro della 279^ compagnia, il reparto arriva nel pomeriggio a Gaocici e sosta all’interno della scuola. Una pattuglia di alpini cattura due partigiani che forniscono informazioni circa la loro forza, armamento ed intenzioni. Via radio è contattato il comando del battaglione “Bolzano” che ordina di sostare il loco in attesa di disposizioni. Un plotone rinforzato da una squadra mitraglieri è dislocato a protezione, su un dosso che domina la scuola. Pattuglie sorvegliano i dintorni. Gli alpini vigilano e la notte trascorre senza problemi. Alle prime luci del mattino un forte contingente di partigiani circonda l’edificio e lo investe con violento fuoco. La reazione degli alpini è pronta ma non riesce ad arrestare la massa degli attaccanti. Il plotone sul dosso minacciato d’accerchiamento rientra nella scuola. Via radio è contattato il comando del 1° gruppo alpini “valle” che decide il ripiegamento su Visegrad. Il sottotenente Bibalo comandante del plotone arditi tenta di aprire una via di fuga col suo reparto, ma gli alpini sottoposti a un fuoco incrociato subiscono notevoli perdite. I superstiti non potendo rientrare nella scuola si rifugiano in un avvallamento boscoso dal quale riescono poi a porsi in salvo. I partigiani stringono sempre più la scuola in un cerchio di fuoco al quale gli alpini rispondono sino all’esaurimento delle munizioni. Alle ore 11 avviene la resa. All’esterno della scuola sono riuniti i superstiti, disarmati e depredati dai partigiani. Nel pomeriggio sono tutti trasferiti a Rudo , sede del comando partigiano. Gli ufficiali e sottufficiali sono separati dagli alpini e in questo frangente rifulge la figura del sottotenente Ermanno Rizzacasa che, non identificato dai ribelli avendo l’uniforme irriconoscibile. è rimasto assieme alla truppa. Saputa l’intenzione dei partigiani di fucilare gli ufficiali, dichiara il suo grado e affronta assieme ai colleghi l’estremo sacrificio. Nella notte, il capitano Contro, il sottotenente Rizzacasa e il tenente Angelo Bascapè assieme a quattro sottufficiali sono fucilati. Alla loro memoria sono concesse due medaglie d’oro e cinque d’argento (nel 1976 viene commutata in oro quella del ten. Bascapè).
Sino a marzo il battaglione svolge compiti di vigilanza e rastrellamento. In seguito col 1° gruppo alpini “valle” partecipa alla grande operazione volta a liberare il Montenegro dai partigiani di Tito che nell’estate 1942, sotto la pressione delle truppe italo-tedesche, passano in Croazia.
In agosto, vista la normalizzazione della situazione montenegrina, il 1° gruppo alpini “valle” rientra in Italia e viene dislocato in Valle d’Aosta sino a metà novembre.
Si trasferisce con compiti d’occupazione a Grenoble in Francia sino alla fine dell’anno.
Rientrati in Italia, i reparti sono disposti tra Piemonte e Liguria con compiti di ordine pubblico e vigilanza delle coste.
In estate tornano in Friuli, dove confluiranno nei rispettivi battaglioni padri distrutti in Russia.
Il “Val Natisone” verso la metà di luglio assorbe il battaglione “Cividale bis” e alla fine del mese sarà sciolto dando vita al battaglione “Cividale”.
Rinasce il 1 luglio 1963 come battaglione alpini d’arresto (vedi apposita sezione), sciolto il 21 maggio 1964.
La 216^ compagnia contro carri sopravvive nel battaglione “Tolmezzo” (nella primavera 2011 è confluita nella 69^ cp).

Motto: Sburte Nadison (Spingi Natisone)


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