Battaglione Alpini Monte Cavento


Il 22 febbraio 1918, il comando della Quinta Divisione ordina che il II ° battaglione sciatori assuma il nome di “Monte Cavento” e le compagnie 2 e 10 si numerino rispettivamente 309 (cap. Gianni Pagani) e 310 (cap. Aldo Varenna).
Figlio del “Vestone” porta la nappina blu ed è comandato dal magg. Mario Longoni
I reparti presidiano le linee di Passo di Campo provvedendo alla vigilanza di Val Daone con numerose pattuglie.
Il 9 marzo si trasferisce a Vezza d’Oglio rimanendovi sino al 29 aprile, giorno nel quale sale al rifugio Garibaldi ove sosta sino al 24 maggio. Si porta al Passo di Brizio e nella notte sul 25 percorrendo a mezza costa le ripide pendici del Monte Mandrone, raggiunge i laghi omonimi. Il plotone arditi prosegue andando ad appostarsi sotto la parete di Cima del Zigolon. Il mattino del 25 mentre altri reparti agiscono offensivamente contro Passo Maroccaro e q. 3052, il plotone arditi inizia la scalata del Zigolon e superando forti asperità occupa la posizione dopo combattimento.
Contemporaneamente  il battaglione serra sotto q. 3052 seguendo il battaglione “Monte Mandrone” che avanza contro le munitissime posizioni austriache di Cima Presena.
Viene dato ordine alla 309 cp di portarsi a Passo Maroccaro, di avanzare verso Passo Presena e di agire poi contro di esso. Il comando di battaglione e la 310 cp si dispongono presso il passo suddetto.
A sera la 309 divisa in tre piccole colonne, sostenuta dal fuoco delle sue mitragliatrici e protetta dal tiro dell’artiglieria, si lancia all’attacco, travolge i difensori ed occupa la cima che subito viene rafforzata.
Il 26 è la volta della 310 cui è affidato il compito di scacciare il nemico dalla posizione della Ridotta Sgualdrina e da q. 2921 che la sovrasta. Avanzando lungo uno scoperto nevaio gli alpini , fatti segno ad intenso fuoco, vengono arrestati ma ben presto tutto il battaglione conquista le trincee della Ridotta.  Il successivo obiettivo viene raggiunto  dopo una scalata del torrione roccioso che costituisce la difesa nemica.
Trecento prigionieri, 5 mitragliatrici e 3 cannoni costituiscono il bottino di questa impresa.
Le posizioni vengono rafforzate ed il 30 maggio ,sostituito dal “Monte Granero” scende di riposo a Vione,
Il 10 giugno ritorna al Rifugio Garibaldi. Il 16 presidia la prima linea del settore Adamello nel tratto Argo-Mingo-Corno di Cavento. .
 A fine mese riceve la Terza Compagnia Volontari Alpini Val Camonica che diventa  la 311 compagnia.
Il 25 luglio è a Valbione impegnato in lavori di difesa.
Tornato in prima linea sull’Adamello, il  7 ottobre passa in seconda linea in prossimità del Passo Venerocolo.
In questo periodo il plotone arditi attacca due volte le posizioni di Monte Stabel-Menicigolo.
Il 3 novembre avanzando da Passo di Fargorida, scende in Val di Genova e si porta a Pinzolo dove si trova all’atto dell’armistizio.
E’ stato citato sul bollettino di guerra del comando supremo n.1098 del 27 maggio 1918 ore 13
Perdite
Ufficiali morti 1, feriti 2
Truppa   morti 5, feriti 36


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