Battaglione Alpini Val Chiese


Il battaglione alpini “Val Chiese”  (figlio del “Vestone”, 5° reggimento)) nappina blu, viene costituito a Vestone e Nozza il 15 febbraio 1915 con le compagnie 253 – 254. All’inizio delle ostilità è dislocato sulla linea che va dal Passo di Fobia al Passo di Nota. Il 25 maggio occupa Monte Corno iniziando lavori di fortificazione.  Il giorno 8 luglio riceve la 255 compagnia.
Il 13 e 14 ottobre nuclei di alpini concorrono all’occupazione di Pregasina ed un’ardita pattuglia fa saltare con esplosivi il trinceramento austriaco di q. 700 ad ovest di Molina. Dal 21 al 23 occupa Mezzolago, Legos e Pre (Val di Ledro) catturandovi prigionieri. Nei giorni successivi s’impossessa delle quote 1125 e 1141 a settentrione della Val  di Ledro. Il 28 novembre il nemico irrompe sul posto avanzato di q. 1141, ma due giorni dopo una squadra scelta, dopo un bombardamento e col concorso di un gruppo di arditi, scala le pareti rocciose della posizione e la riconquista alla baionetta. Il battaglione trascorre la fine dell’anno senza che si verifichino fatti di rilievo.
Nel gennaio 1916, nuclei del “Val Chiese” concorrono all’azione svolta da un reparto di Finanzieri contro la posizione di S. Giovanni che viene conquistata il mattino del 5. Ai primi d’aprile prende parte alle operazioni contro la linea nemica che per le quote 976-1095-906-700-500 va da Grotta Dazi alla rotabile del Ponale.
Il mattino del 6 con truppe ausiliarie e preceduto da squadre di zappatori, muove all’attacco. Le prime ondate giungono presso i reticolati nemici ma fatte segno  a violento fuoco di sbarramento sono costrette ad arrestarsi. La 254 compagnia tenta più volte di superare l’ostacolo ma subisce forti perdite. Il giorno seguente la 254 sosta sulla posizione raggiunta e la 253 punta su q. 906 e 1095. Due plotoni superati i ripidi fianchi di q. 1095 conquistano due ordini di trincee ma falciati dal fuoco di mitragliatrici devono retrocedere su q. 950. Altri due plotoni diretti verso q. 906 sono sorpresi durante la marcia da un violento bombardamento e sono costretti a ripararsi e sostare presso la selletta esistente fra le quote 906 e 1095.
Miglior esito ha l’operazione compiuta da altri reparti del battaglione unitamente a soldati del genio contro alcune posizioni ad ovest della rotabile del Ponale. Alcuni tratti delle difese nemiche cadono in nostro possesso.
Durante i giorni 20 e 21 aprile, il battaglione rinforzato da un plotone di volontari alpini e da reparti di bersaglieri riceve l’ordine di eseguire una ricognizione in forze verso q. 906.
Dopo tre ore di nostro bombardamento gli alpini sostenuti dai bersaglieri avanzano. La salita per quanto difficoltosa è effettuata velocemente con l’aiuto di corde manila, ma oltrepassata q. 900 le difese impediscono di proseguire. L’azione viene quindi sospesa. Nel mese di maggio i reparti sono così dislocati: comando a Biacesa, 253 a Caletta, 254 a Nodic, 255 a San Giovanni.
IL 21 ricevuto il cambio in linea passa di riserva a Pian di Puro ove è impiegato in lavori vari.
Nel Luglio le compagnie 253 e 254 alternandosi presidiano la linea S. Giovanni –q. 1000-Grotta Dazi-q. 809- Il 20 tutto il battaglione è in trincea in Val di Ledro.
Il 17 agosto  due pattuglioni nemici, appoggiati dal fuoco delle artiglierie della Rocchetta, attaccano un posto avanzato riuscendo a scacciare il presidio. I pochi rimasti, unitisi ai rincalzi contrattaccano riuscendo a riconquistare la posizione. Nei mesi seguenti altri tentativi svolti contro le q. 1000 e 1100 falliscono. Il giorno 11 novembre le compagnie 253 e 255 scendono a riposo a Biacesa e Pre mentre la 254 presidia le trincee di Sperone. In tali posizioni, a Leano e sul costone di S. Giovanni si alternano i reparti sino al termine dell’anno 1916.
Per tutto il 1917 il battaglione rimane in Val di Ledro presidiando le posizioni del Nodic, S. Giovanni, Cadrione , dell’”Acquedotto” e di Cima al Bal. Le compagnie si alternano riposandosi a Biacesa e Leano e vigilando in prima linea. Il 21 agosto viene sventato un tentativo d’attacco nemico ed il giorno seguente , arditi del battaglione cooperano alla buona riuscita di un’azione svolta dall”Ivrea” contro q. 1000 di S. Giovanni.
Sino ad aprile 1918 il “Val Chiese” è sempre in Val di Ledro. Il 25 del mese, rilevato dal III battaglione del 234° Fanteria, si porta per via ordinaria a Passo di Nota ed il 30 è accantonato a Malga  Bruffione ove attende a sgombero neve e riattamento di strade.
Il 17 maggio è a Storo, con la riserva del XIV Corpo d’Armata ed il 6 giugno, dopo vari trasferimenti, raggiunge Fortezza d’Ampola. Il 9 si porta alla Colletta di Monte Remà per lavori di fortificazione. Durante la seconda quindicina del mese e per tutto luglio, le compagnie sono di volta in volta distaccate a Malga Clef o a Casinei Bassa. Il 31 il battaglione va a sostituire il “Monte Adamello” nella zona di Bocca Frontale in Val di Daone dislocandosi con la 253 sul pianoro delle Tre Malghe, con la 254 a Vasatese, Casinei e con la 255 a Manon-Lert. Nella notte sul 13 agosto due plotoni della 254, il plotone arditi e uno di volontari, ripartiti in due colonne, passano il Chiese e si portano sulle pendici dell’Alpe Stabolone rimanendo tutto il giorno all’interno di un bosco in attesa che cessata l’azione d’artiglieria si presenti il momento opportuno per un  colpo di mano. Prima di sera, infatti la colonna di sinistra irrompe nelle trincee nemiche catturando prigionieri e materiali vari. Nella note i reparti rientrano nelle nostre linee.
Il 3 settembre, ricevuto il cambio dal “Monte Adamello” torna alla Colletta di Monte Remà. Il 28 la 255 si trasferisce a Malga Gaver e la 253 in Val Redotem. Ai primi di ottobre le compagnie, causa condizioni climatiche avverse, si trasferiscono ai baraccamenti di Malga Bruffione di Mezzo.
Nella notte sul 16 ottobre un reparto composto da due plotoni della 255 e da volontari, guadato il Chiese, risale le aspre pendici di Monte Bagolo. Aggirata q. 2050 gruppi d’audaci penetrano di sorpresa nei trinceramenti nemici, catturando prigionieri. Durante l’ultima decade di ottobre, compie alcuni trasferimenti e poi per ferrovia si porta a Padova. Il 25 raggiunge Ronco di Campanile e successivamente per Borgorico e San Gaetano, San Mauro di Bavaria. Giunto a Soprapiana di Vidor il 1 novembre, il 2 è a Mel,ove riceve l’ordine di passare il Piave presso Busche per occupare Agordo. L’intera notte sul 4 è impiegata a traghettare alpini sulla sinistra del fiume, ma giunto il battaglione a Mias, la notizia del concluso armistizio sospende il movimento.
Sciolto nel corso del 1919.
Comandanti:
-Magg. CAIO Giuseppe
-Magg. POLLI Ernesto
-Magg. AGNINI Sisto
-Ten.Col. COMUCCI Mario

Perdite:
Ufficiali    6 morti,17 feriti
Truppa  99 morti, 427 feriti, 12 dispersi.

Viene mobilitato il 1 settembre 1939 a Desenzano  ed assegnato al 5° Gruppo alpini Valle.
Prese parte alla campagna contro la Francia (1 Armata,II Corpo d’Armata,II Raggruppamento Alpini) nel settore Po-Stura-Maira. Il 22 giugno 1940 è schierato alla testata della Val Po (M. Granero-colle Traversette-Monviso) in collegamento operativo col Settore Germanasca –Pellice (3° Alpini). Il battaglione secondo gli ordini ricevuti si limitò nella giornata del 23 a prendere contatto  a mezzo pattuglia col 3° Alpini a La Montà in valle del Guil. A fine ostilità è di presidio nelle valli Varaita e Po.
Sciolto il 31 ottobre 1940.
Ricostituito nel dicembre 1940(magg. Francesco Menicatti) ,assegnato al 6° reggimento alpini, inviato il  14 gennaio 1941 in Albania come battaglione autonomo alla dipendenza dell’11° reggimento alpini della Divisione Alpina “Pusteria”  nel settore Osum .Sostenne numerosi combattimenti subendo perdite fra le quali il giorno 21 gennaio il sottotenente Serafino Gnutti ,alla cui memoria fu concessa la Medaglia d’Oro.
A fine ostilità fu rimpatriato rientrando al 6° reggimento alpini della Divisione  “Tridentina”.
Nel luglio 1942 partì per la Russia :
Comandante : ten.col. Policarpo Chierici – magg. Cesare Paroldo
Aiutante maggiore : ten. Gaetano Maggi
Cappellano: ten. don Pierino Alberto
Compagnia comando: ten. Antonio Biffi - cap. Alessandro Frugoni - ten. Giuseppe Tempini
253 compagnia : ten. Biagio Festini- ten. Luciano Zani – cap. Rinaldo Tironi – cap. Cleto Molino – ten. Giorgio Gaza – ten. Eugenio Bonardi
254 compagnia : cap. Guglielmo Scano – ten. Giulio Stefanini – ten. Basilio Marzarotto
255 compagnia : cap. Cesare Paroldo – ten. Luciano Zani
112 compagnia a.a.: ten. Dorlingo Albisetti – cap. Cleto Molino

Il 16 gennaio 1943 è in linea sul Don. Il giorno successivo abbandona le posizioni e si dirige su Podgornoje. Il 19 col 6° reggimento muove verso Opyt-Postojalyi. Il “Verona” attacca Postojalyi  ma viene respinto con gravi perdite e ripiega su Repjrwka dove  giunge anche il “Val Chiese”.  Il 20 viene occupato Postojalyi, poi il reggimento (meno il “Verona” rimasto  di retroguardia in loco)con reparti tedeschi prosegue su Nowo Charkowka. I reparti partono alle 4 del 21 e poche ore dopo il “Val Chiese” conquista la località di Krawzowka. La 254 compagnia con la 20 batteria del gruppo “Vicenza” si dislocano a Nowo Dmitrowka con compiti di sicurezza.Il 22 coi battaglioni Vestone e Edolo, dopo duro combattimento, supera lo sbarramento di Scheljakino e pernotta a Wschijowa. In questo giorno al ten. col. Chierici è affidato il compito di disciplinare gli sbandati e d’inquadrarli in reparti combattenti . Il comando del battaglione passa al maggiore Cesare Paroldo. Il 23 è a Degtjarnaja, nel corso della giornata supera un caposaldo russo a Malakejewa. Verso sera giunge a Romachowo dove pernotta. All’alba del 25 la colonna riprende la marcia e verso mezzogiorno raggiunge NiKitowka  dove il grosso si ferma. L’avanguardia si porta verso Nikolajewka fortemente difesa. Le forze si frazionano quindi fra Terinkina ed Arnautowo, in questo ultimo villaggio si sistemano parte del “Val Chiese”, la 33 btr ed il Reparto MV del gruppo “Bergamo”. Nella notte sono attaccati da ingenti forze russe ed il combattimento si protrae per tutta la notte sino al mattino. Il nemico è vinto grazie al “Tirano” ,successivamente  tutti i reparti disponibili attaccano Nikolajewka dove a sera finalmente si attestano .In questi combattimenti meritano la M.O. il ten. Zani e il ten. Gino Ferroni (alla memoria). Il 27 raggiunge gli abitati Uspenka e Lutowinowo, il 28 Slonowka , il 29 Bessarab, il 30 a Bolsche Troizkoje  dove giunge un’autocolonna di soccorso.
I reduci del” Val Chiese” tornarono in Italia dalla Russia nel marzo 1943. Il battaglione, ricostituito a Lonato, fu sorpreso dai fatti dell’8 settembre in Alto Adige in Val Ridanna, dove ricevette l’ordine di deporre le armi, gli alpini furono fatti prigionieri e deportati.
Per il suo valoroso comportamento e in concorso con gli altri battaglioni del reggimento, la bandiera del 6° reggimento alpini fu decorata di Medaglia d’Oro al Valor Militare.
 Il 1° luglio 1963 il XXIX Battaglione Alpini d’Arresto, di stanza a Vipiteno nella nuova caserma intitolata il 5 luglio 1964 alla M.O. Gnutti, appartenente al 22° Raggruppamento Alpini d’Arresto della Brigata Alpina Orobica, assunse la denominazione di Battaglione Alpini d’Arresto “Val Chiese “(plotone comando, 252 – 253 cp) nappina blu, con il compito istituzionale di difesa delle frontiere.
Passato nel 1964 alle dirette dipendenze della Brigata Alpina Orobica, fu disciolto il 30 giugno 1979. Soltanto una compagnia rimase in vita alle dipendenze del Battaglione Alpini d’Arresto “Val Brenta”, prendendo il nome di 253a compagnia Val Chiese. Il 23 agosto 1986 il comando del Battaglione Val Brenta e alcune sue compagnie quadro vennero sciolti.

 


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