Battaglione Alpini Val d'Orco



Si costituì ad Ivrea nel mese di febbraio 1915 su due compagnie  con caratteristiche di battaglione di Milizia Territoriale.
Figlio del battaglione “Ivrea” ebbe la nappina bianca.
Il 20 febbraio via ferrovia si trasferisce a Cividale dove sosta sino al 20 maggio. E’ costituito dalle compagnie 238 – 239 – 240 (assume la numerazione delle compagnie del btg “Ivrea” con prefisso 2).
Il 20 raggiunge Cosizza sul confine e con altri battaglioni fa parte del Gruppo alpini A.
Il 24 maggio 1915 varca il confine austriaco e col btg “Aosta” occupa il monte Globocak respingendo i tentativi austriaci di riconquistarlo. Il 28 lascia la posizione e si sposta a Clabuzzaro. Il 4 giugno è a Passo di Zangrada dove si accampa.
Il 7 luglio sostituisce il “Cividale” alla Colletta Kozliak, il 21 conquista con un sanguinoso combattimento il Costone Luznica sul Monte Nero. Cade alla testa degli alpini il magg. Cornelio Sonza comandante del battaglione. In questa tragica giornata sono ottantasette gli alpini Caduti.
Il battaglione decimato difende la posizione sino a fine mese.
Per l’eroico comportamento ottiene, unitamente al battaglione “Intra” la medaglia d’Argento al VM.
Il 31 luglio scende a Mlinsko per ricostituirsi.
Il 14 agosto viene inviato a presidiare ed organizzare le trincee del monte Mrzli a Quota 1000 dove si disloca il 29.
In settembre si sposta sulla destra dell’Isonzo e dopo breve sosta a Volzana è destinato nelle trincee di Santa Maria e Santa Lucia. La sommità delle due colline era in possesso del nemico, il 9 settembre il battaglione riceve l’ordine di attaccare quota 588 di Santa Lucia. Le compagnie attaccano attraverso i varchi aperti nei reticolati ma mitragliatrici e bombe austriache  impediscono di superarli. Duecento uomini sono fuori combattimento, i superstiti  resistono al fuoco nemico sino a sera quando ripiegano.
Il 16 settembre è di riposo sino al 30 quando rioccupa le trincee di Santa Maria. Su queste posizioni rimane sino alla fine di ottobre 1915 quando ricevuto il cambio si porta a San Lorenzo per ricostituirsi.
Nel mese di novembre partecipa a turni di trincea sul Mrzli ed alle operazioni a Tolmino.
A fine mese scende a riposo a Ravna dove riceve per la terza volta i complementi  per la ricostituzione dei ranghi.
Il battaglione rimane sul fronte Alto Isonzo sino alla metà di marzo 1916 , nelle trincee di Vrata sul Monte Nero, provvedendo alla difesa e all’organizzazione delle posizioni  tra gelo, neve, valanghe ed insidie nemiche.
Il 15 marzo 1916 parte per la Valtellina ed occupa le posizioni della Valfurva. Inizia per gli alpini un periodo di 22 mesi tra le vette dell’Ortler in alta quota , trascorso a rafforzare le posizioni e ad eseguire azioni di pattuglia e di piccoli reparti.
Si ricordano azioni austriache del 18 maggio a Capanna Cedec  e del mese di luglio a quota 3139 in Valle Umbrina, respinte dalla reazione italiana.
Scende a riposo il 18 gennaio 1917 nei pressi di San Nicolò sino al 23 febbraio quando ritorna in prima linea sul massiccio dell’Ortler.
Il 27 agosto 1917 gli austriaci, scavando una galleria nel ghiaccio e approfittando della tormenta e della nebbia, attaccano il Posto Trafoier, conquistandolo e catturando l’intero presidio. Il 1° settembre reparti di arditi, con il concorso di artiglierie, rioccupano la posizione perduta catturando il presidio austriaco.
Il 5 febbraio 1918 riceve il cambio dal battaglione “Mondovì”, lascia la Valfurva e si sposta a presidiare le posizioni di Isola Persa.
Il 15 marzo 1918 un reparto di 39 alpini sale al Passo Zebrù per contrastare pattuglie nemiche. Nella notte sul 16 però è avvistato dal nemico, fatto segno al tiro di fucileria, si deve ritirare senza  aver potuto catturare prigionieri.
Il 18 marzo , una cinquantina di nemici attaccano il Piccolo Posto di Quota 2748 di Isola Persa, presidiato da sette uomini. Gli alpini resistono sino al termine delle munizioni poi devono ripiegare su Quota 2518 in attesa di rinforzi.
Gli alpini contrattaccano e rioccupano la posizione al prezzo di un ferito ed un congelato.
A fine settembre 1918 riceve il cambio in linea dal battaglione “Dronero” e scende a Santa Caterina Valfurva. In questa località rimane sino ai primi di ottobre. Si sposta poi a Grosotto ed Aprica , dopo qualche giorno di sosta giunge a Sonigo. Il 14 ottobre muove verso il Piave per partecipare alla battaglia finale. Raggiunge quindi Verona, Padova e per Salvatronda e Venegazzù attraversa il fiume su un ponte di barche il 1 novembre. Seguendo l’avanzata delle nostre truppe , il 4 novembre è a Miane presso Vittorio Veneto.
Qualche giorno dopo si trasferisce verso il confine con l’Austria. Il 16 è in Val Pusteria a Sesto. In seguito viene dislocato a San Candido, Vipiteno e Colle Isarco con compiti di presidio.
Nella seconda metà di febbraio 1919 viene sciolto.
Il battaglione ha trascorso in prima linea 34 dei 40 mesi del conflitto.
Ha subito perdite di 729 uomini di cui 220 Caduti.
Motto: “Tuic Un” (Tutti uno)
Comandanti:
-magg. Cornelio Sonza (Caduto)
-magg. Giovanni Pietra
-magg. Giacomo Galvagno
-magg. Emilio Casali
-magg./ten.col. Carlo Mazzoli
Il battaglione viene mobilitato dal Deposito del 4° reggimento alpini nell’agosto 1939 . Inquadrava  Compagnia Comando, 238-239-240 cp. Prese parte inquadrato nel 4° reggimento alpini  della Divisione “Taurinense” alla campagna di Francia. Schierato sulla linea di frontiera  alla testata della Dora Baltea. Il 21 giugno 1940 giunse con due compagnie al paese di Au Chateau mentre la compagnia di stanza al Col de Serre fu arrestata dal fuoco di sbarramento alla testata del vallone di Les Moulins. Il giorno successivo forma una colonna col battaglione “Vestone” del 6° reggimento alpini e giunge sul versante boscoso di Mousselard. Pattuglie si spinsero sino a Le Miroir ma non poterono rimanervi per la reazione nemica. Il 23 occupa la foresta e pattuglie avanzano sulla sponda destra del fiume Isere. In queste località è raggiunto dalla fine delle ostilità .Il 31 ottobre 1940 venne sciolto.
Motto: “Rampia,scavalca e pica” (arrampicati, scavalca e picchia)
Ricostituito il 15 gennaio 1941 con lo stesso organico alle dipendenze del 4° Gruppo Alpini Valle .Inquadrato nella Divisione Alpina Alpi Graie nel novembre dello stesso anno. Venne inviato nei Balcani e combattè in Montenegro contro i partigiani di Tito. A metà dicembre 1941 (cap. Luigi Gobbi) fu impiegato in operazioni volte alla liberazione dei presidi di Crkvice e Grahovo assediati dai partigiani. La 239^ cp combattè per due giorni per la conquista e la difesa  di quota 1369 sul fianco sinistro della rotabile Crkvice-Grahovo. Il 16 gennaio 1942 il 4° Gruppo Valle si portò da Podgorica a Danilovgrad e il 17 avanzò ad occidente della strada per Niksic, col btg “Val d’Orco” a destra, il “Susa” a sinistra appoggiati dal gruppo artiglieria “Val d’Adige”. Il “Val d’Orco” attraverso un terreno difficile avanzava verso Boginoviti. Approfittando della folta nebbia, il giorno successivo  forze partigiane attaccarono sui fianchi. Nei furiosi combattimenti cadde il capitano Luigi Gobbi e il battaglione ripiegò su Danilovgrad.Nell’aprile  partecipa alla liberazione della valle dello Zeta , snidando i partigiani che si ritirano nella valle Zupa.  Partecipa alla conquista del caposaldo di Ostrog  e si distingue nei combattimenti nella zona fra Bogetici e Dobrus. Il 5 maggio cominciò l’attacco volto a superare le resistenze nemiche attorno a Niksic. Il battaglione (magg. Salomone) è alla sinistra del btg. “Val Chisone” . Investono la quota 852 dell’Uzdomir, caposaldo della difesa partigiana. La battaglia dura sino a sera ma i nemici sono costretti a cedere.
 Sino al 10 maggio i partigiani tenteranno la riconquista dell’importante posizione. Il 18 maggio dopo essere stato sostituito da altre truppe partecipa all’operazione volta alla conquista di Gornje Polje, centro della resistenza in Montenegro. Conquistato l’abitato nei giorni successivi svolge attività di rastrellamento. Rimpatriato nel novembre 1942.
Nel gennaio  1943 ricevette la 135^ cp armi accompagnamento. Venne dislocato nella zona di La Spezia (magg. Pier Luigi Gallo) dove lo colse l’armistizio.
Sciolto e non più ricostituito.
Motto: “Mac’ a pugn” (Solo a pugni)


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