Battaglione Alpini Monte Levanna


 

Figlio dell’”Ivrea” porta la nappina bianca e viene costituito nel Deposito del 4° reggimento alpini in Ivrea a fine novembre 1915. Al comando del magg. Giuseppe Cocca viene formata ,con reclute classe 1896 e ufficiali e graduati tratti da altri battaglioni, la 132^ compagnia alpina. Dopo il periodo d’istruzione la compagnia, 2 sezioni mitragliatrici ed il comando di battaglione partono per la zona di guerra. Il giorno18 aprile 1916 a Malga Cavaro in Val Sabbia il battaglione riceve dall’ “Ivrea” le compagnie 86^ e 111^.
Risulta così costituito:
comandante maggiore Giuseppe Cocca
86^ compagnia, capitano Pietro Gastaldi
111^ compagnia ,capitano Cesare Cecchetti
132^ compagnia, capitano Gregorio Vecchi
due sezioni mitragliatrici , tenente Augusto Gaitier e tenente Giovanni Borello.
Il 23 aprile è a Marostica (Vi) dove con altri battaglioni forma la seconda frazione del Gruppo Alpini “E”.
Rimane in questa località compiendo addestramento sino a metà del mese di maggio. Il 18 maggio il Gruppo Alpini “E” viene sciolto e la seconda frazione diventa  il 6° Gruppo Alpini inserito nella 35^ Divisione.
Contemporaneamente con tappe forzate raggiunge Griso  nella zona dell’altopiano d’Asiago da dove raggiunge nella notte il passo della Borcola. Le compagnie 86^ e 132^ proseguono per il monte Maggio nella zona del Pasubio che raggiungono nelle prime ore del 19 appena in tempo per sostenere il battaglione “Monte Suello” sottoposto ad un violento attacco austro-ungarico. Il 20 il comando italiano ordina di ripiegare , il “Levanna” torna a Griso  poi si porta a colle Xomo e Porte di Pasubio.
Il mattino del 22 una pattuglia occupa il Passo dell’Ometto, nella notte gli alpini dell’86^ occupano Passo Fieno, il 23 si sposta tra Soglio dell’Incudine e Passo Fieno per evitare infiltrazioni nemiche. Alcuni giorni dopo la 111^ compagnia si posiziona sugli Scarubi  mentre la 132^ occupa Quota 1491 di Forni Alti e le sezioni mitragliatrici sbarrano una la rotabile Xomo-Pasubio e l’altra il Vallone di Sorapache.
Il 4 giugno la 111^ e la 132^ sostituiscono il battaglione “Monte Suello” nelle posizioni di Forni Alti.
Il 9 giugno il comando del 6° Gruppo Alpini ordina di attaccare le posizioni di Sogli della Rasta. L’azione del “Monte Levanna” deve avvenire dopo che reparti del 219° fanteria abbiano iniziato a loro volta l’attacco.
Due plotoni della 132^ compagnia  escono dai triceramenti ma venuta meno l’azione dei reparti di fanteria arrestati dal fuoco nemico, devono sistemarsi a difesa.
Gli austro-ungarici attaccano il giorno successivo le posizioni ma sono respinti. Inizia una lunga azione d’artiglieria contro le nostre trincee. Il 12 giugno viene sferrato  un nuovo attacco  che viene più volte respinto.
La 86^ compagnia nella stessa giornata occupa Passo Xeno poi attacca il nemico sulle posizioni antistanti.
Le forti difese e il tiro delle mitragliatrici impediscono il pieno successo, la compagnia ripiega sulle posizioni di partenza.
Nella seconda metà di giugno il battaglione viene impiegato nella sistemazione della mulattiera di Val canale per rendere agibile il transito dell’artiglieria da 149.
Nella notte sul 26 giugno giunge l’ordine di avanzare.  Al “Levanna” viene affidato il compito di scendere in Val Posina e d’occupare Passo Ometto, Punta delle Lucche e Monte Pruche tutti in mano nemica.  La 132^ espugna Pian delle Lucche. La 86^ e la 111^ incontrano difficoltà, ma con un impetuoso attacco l’86^ sbaraglia  i difensori di Cima Pruche , la 111^ conquista Colletta Pruche e si collega in linea con la 86^ compagnia. Dopo una rapida sistemazione i reparti scendono in Val Capraia e gli austriaci vengono respinti su Sogli Bianchi.
Il battaglione si attesta su queste posizioni sistemando e fortificando la linea sino al 9 luglio quando scende di riposo a Falgare. Il 18 luglio, dopo aver ricevuto 200 uomini per ricostituirsi e dopo che il capitano Gerolamo Busolli sostituisce nel comando il maggiore Cocca, il battaglione ritorna in linea.
Il “Monte Levanna” e il “Monte Suello” passano alle dipendenze della Brigata di fanteria “Verona”.
E’ così dislocato:
comando di battaglione e 111^ compagnia ad ovest di Griso, con compito di sbarrare la Val Posina;
la 86^ compagnia alla testata del vallone che scende a Malga Val Capraia e linee avanzate di Quota 1477;
la 132^ compagnia in Regione Boschetti.
Il 2 agosto 1916 un violentissimo tiro d’artiglieria di un paio d’ore sconvolge le posizioni di Quota 1477 tenute da due plotoni dell’86^. Circa cinquecento nemici attaccano e travolgono, dopo una disperata difesa, le nostre posizioni. I pochi superstiti sono fatti prigionieri.
Due giorni dopo i resti dell’86^ rinforzati dalla 111^ e dalla 140^ compagnia del “Monte Suello” tentano di riprendere la Quota ma l’avanzata s’infrange, con numerose perdite, contro le difese nemiche.
Il battaglione scende a Polco per qualche giorno e riceve 230 complementi .
Dal 26 agosto è nuovamente in linea e ci resterà ininterrottamente sino al 19 dicembre.
Le compagnie 86^ e 132^ sono impiegate in numerose azioni contro il Dente del Pasubio. Il 10 ottobre le stesse compagnie agiscono come ala destra della brigata “Liguria” nell’attacco del Cocuzzolo dei Morti. Il 12 e 20 ottobre contro le quote 1477 e 1518 che vengono quasi raggiunte ma che improvvise bufere di neve impediscono di occupare.
Il 27 ottobre un attacco austriaco viene respinto.
Con la fine del mese di ottobre inizia un lungo periodo di freddo neve e gelo che finirà dopo sei mesi.
Il 10 dicembre 1916 mentre da diversi giorni nevica, una valanga  si stacca dal Corno del Pasubio ed investe in fondo a Val Caprara, dove erano situate le cucine della 86^ e 111^ compagnia, una baracca dove stavano dormendo 15 alpini . Dieci militari furono estratti  morti. Al numero dei deceduti si aggiunsero anche il cappellano don Giuseppe Pavia ed il suo attendente che di passaggio, furono travolti dalla valanga e recuperati in seguito.
Erano appena terminate le operazioni di scavo ed i feriti erano stati ricoverati in un’altra baracca che una nuova valanga li travolse unitamente ai soccorritori. Decedette l’aspirante Paolo Brione  portando così a 13 il numero  complessivo delle perdite.
Il 19 dicembre 1916 ottiene il cambio in linea , rientra a far parte del 6° Gruppo alpini  e trascorre il Natale in riposo a Cereda di Cornedo Vicentino.  Il 27 dicembre si sposta a Novale nei pressi di Valdagno dove attende l’arrivo del nuovo anno.
Nella notte sul 21 gennaio 1917 torna al fronte dove nella zona di Val Foxi sostituisce un battaglione del 70° reggimento fanteria.
Le pessime condizioni ambientali precludono ogni attività bellica per cui gli alpini lavorano al rafforzamento delle difese sino al 1 marzo quando il battaglione scende a Recoaro per ricevere il giorno successivo ad Arzignano sei ufficiali e circa 250 alpini per completare i ranghi.
Il 26 aprile giunge l’ordine di partenza per il fronte dell’ Isonzo . Via Udine e Cividale giunge il 28 a Case Nuove di Podresca dove si accampa.
Al “Levanna” vengono assegnati gli obiettivi d’attacco ed occupazione di Monte Senmer, Monte Vrk e Quota 856. Pattuglie escono in ricognizione per rilevare e studiare le forze nemiche.
Il mattino del 13 maggio è a Kambresco . Alle 21 scende nel Vallone del Kotek Potoc  per iniziare il passaggio del fiume Isonzo ed attaccare la linea nemica. Giunge l’ordine di sospendere l’azione.
Il battaglione è destinato dal comando del 6° Gruppo alpini  a Dobenje che raggiunge nelle prime ore del 15 maggio. Alla sera raggiunge Slavnico. Il giorno seguente scende su Plava, passa  l’Isonzo  poi si dirige Zagomila.
In questa località , il mattino del 17, il battaglione sosta cercando di sottrarsi alla vista del nemico. La ricognizione aerea austriaca localizza gli alpini che sono sottoposti ad un violento tiro d’artiglieria che miete
numerose vittime.
Nel pomeriggio la 111^ compagnie viene inviata  di rinforzo alla Brigata “Teramo” per conquistare Quota 652 della Selletta del Vodice ma dopo essere stata duramente provata, si arresta a contatto del nemico al quale ha sottratto alcuni tratti di trincea, inflitto perdite e catturato prigionieri. Nella notte è sostituita dall’86^ alla quale si aggiungono il giorno seguente gli altri reparti del battaglione ed alcune compagnie del battaglione “Aosta”.
Il 18 maggio assieme all’”Aosta” conquista Quota 652  e riesce a mantenerla nonostante un violento contrattacco. Negli scontri rimane ferito il comandante Busolli che cede il comando al capitano  Gregorio Vecchi per riprenderlo il 27 dello stesso mese.
Al calar della notte un nuovo assalto è respinto.
Nel pomeriggio del 19 il battaglione avanza e riesce a conquistare la linea che da Colletta Vodice gira a forma d’arco attorno e davanti a Quota 652, facendo oltre 300 prigionieri.
Il “Levanna” causa le forti perdite viene rinforzato da una compagnia di bersaglieri che concorrono a stroncare due attacchi nemici.
Il 20 maggio occupa un’altra trincea nemica  che mantiene nonostante numerosi attacchi volti alla riconquista. Verso sera, il comando della Brigata “Agrigento” ordina di occupare la strada Vodice-Baske e la mulattiera che arriva a Quota 503. Mentre si porta verso gli obiettivi indicati, è sottoposto ad un violento bombardamento che causa numerosi morti.
Nella notte i resti del “Monte Levanna “ consegnano le posizioni al 73° battaglione del 21° Reggimento bersaglieri e scendono a Case Nuove di Podresca.
Dal 17 al 21 maggio subisce le seguenti perdite: 40 morti, 486 feriti e 96 dispersi.
Il battaglione unitamente all’”Aosta” merita la Medaglia d’Argento al Valor Militare.
Nel successivo mese di giugno viene ricostituito con l’inserimento di ben 800 complementi.
Si trasferisce a Contrada Pace di Recoaro (Vi) , risale per Piano delle Fugazze, Raossi e Val Piazza fino a raggiungere le posizioni dei Sogi sul Pasubio (Alpe Cosmagnon). Sostituisce in linea il 71° battaglione del 14° reggimento bersaglieri.
E’ così dislocato:
- comando di battaglione, sezioni mitragliatrici , plotone zappatori  a Quota 1970;
- 86^ compagnia (tenente Carlo Gastaldi)  alle posizioni del Gemello e di quelle avanzate del Gemellino;
- 111^ compagnia (tenente Virginio Villa)  alle posizioni dei Sogi;
- 132^ compagnia (capitano Gregorio Vecchi) alle posizioni dei Sogi Alti.
Le posizioni vengono migliorate e rinforzate in attesa degli attacchi nemici .
Il 24 luglio e il 24 agosto  sono attaccate le posizioni del  Gemellino, gli austriaci sono respinti.
Il battaglione rimane su queste posizioni  l’estate e l’autunno senza che si verifichino particolari fatti.
L’anno 1918 trova il “Monte Levanna” all’Alpe Cosmagnon.
Il 25 gennaio presidia anche la linea tenuta dall’”Aosta” che scende a riposo. La disposizione è la seguente:
-comando di battaglione e tre plotoni dell’ 86^ compagnia a Cocuzzolo Teleferica;
- un plotone dell’86^ compagnia (capitano Augusto Vattolo) , una sezione pistola mitragliatrice e la sezione lancia torpedini al Gemello;
- 111^ compagnia (capitano Virginio Villa) a Costone Lora;
- 132^ compagnia (capitano Guido Amato) e tre sezioni mitragliatrici sulla linea Sogi-Poggetto.
Il 5 febbraio, l’artiglieria nemica spara una trentina di colpi di medio calibro sulle posizioni del Gemello,Cocuzzolo Teleferica e Cocuzzolo Genio colpendo quattro baracche , una delle quali prende fuoco e viene completamente distrutta.
Nella notte del 10 il battaglione riceve l’ordine di scendere a riposo a Novale .
Consegnate le posizioni ai fanti del 99° reggimento della brigata “Treviso”, giunge a Novale il 12 e vi rimane sino al 9 marzo , giorno in cui risale il Pasubio ed occupa con la 86^ la linea della Lora; Quota 2043 e il Salto dell’Imbuto con la 111^; Quota 1895 e il Panettone Basso con la 132^.
Su queste posizioni rimane sino al 4 aprile quando ridiscende a Novale dove riceve 240 complementi e la 348^ compagnia mitragliatrici (capitano Carlo Chiaverano).
Ai primi di luglio torna in linea occupando con la 86^ il tratto dell’Alpe Cosmagnon della linea Cogolo; Panettone Alto e Palo con la 111^ e Panettone Medio con la 132^ e 348^ mitragliatrici.
Rimane sino al 15 agosto rafforzando le linee, ricoveri e baraccamenti , subendo per la vicinanza delle trincee nemiche numerose perdite.
Scende a Novale e vi rimane sino al 16 settembre. Il giorno seguente si trasferisce a Raossi in Vallarsa dove riceve 140 complementi. Il 20 ritorna a Novale e da qui si trasferisce a Recoaro che abbandona il 14 ottobre per portarsi a Malo,Montecchio Precalcino, Crespano Veneto, dove esegue traini di grossi pezzi d’artiglieria.
Infine raggiunge il Grappa per partecipare alla battaglia con il XXX° corpo d’armata.
Il 23 raggiunge Forcella Valmelin. Il 24 inizia la battaglia, il “Monte Levanna” ha il compito di procedere all’occupazione di Monte Fontana Secca oltrepassando la linea di fuoco Monte Solarolo, Monte Valderoa.
Accorre di rinforzo ai fanti del 74° reggimento della brigata “Lombardia” che sulla Selletta Valderoa  sono attaccati dagli austriaci. Riesce dopo dura lotta a contenere l’assalto e mantenere il possesso della posizione.
Il giorno successivo parte per occupare Quota 1672 di Monte Solarolo ma un violento fuoco di sbarramento impedisce l’avanzata. La battaglia continua con alterne vicende  e numerose perdite sino al pomeriggio quando i pochi alpini rimasti, supportati dalla 42^ compagnia del battaglione “Aosta”, riescono nell’impresa. Alle 18 la Quota 1672 è stabilmente occupata e verso sera i superstiti sono inviati a Malga Solarolo, sostituiti dal battaglione alpini “Aosta”.
In soli due giorni il battaglione è distrutto, si contano 113 Caduti, 30 dispersi e 637 feriti.
Per questo ulteriore sacrificio, unitamente al battaglione “Val Toce”, viene premiato con la Medaglia d’Argento al Valor Militare.
Nel pomeriggio del 26 ottobre i resti del battaglione si portano a Cason delle Mure poi a Forcella Valmelin dove ricevono nuovi complementi.
Il 31 ottobre inseguendo il nemico in ritirata, si sposta a Forcella Archeson e il 3 novembre per Monte Fontana Secca scende nella Valle di Seren  e conca di Feltre accantonandosi a Mugnai, dove il 4 novembre 1918 è raggiunto dalla notizia della fine della guerra.
Per qualche giorno rimane in questa località quindi si trasferisce a Sant’Angelo di Treviso dove viene riorganizzato. Successivamente lavora per tre mesi alla bonifica e ripristino degli argini del fiume Piave indeboliti dalla costruzione delle trincee austriache.
Per quasi 17 mesi fu in prima linea, mentre s’accantonò nelle retrovie per 14 mesi e mezzo.
Ebbe 209 Caduti, 249 dispersi e 1236 feriti.
Comandanti:
dal novembre 1915 al 15 luglio 1916 maggiore Giuseppe Cocca
dal 15 luglio 1916 al 5 maggio 1919 capitano/ten. col. Gerolamo Busolli
Cappellani:
Ten. Gariglietti don David
Ten. Girino don Francesco (Caduto 25.10.1918)
Ten. Pavia don Giuseppe (Caduto 10.12.1916)
Ten. Vigevano don Pietro
Meritò due Medaglie d’Argento al Valor Militare:
“I battaglioni Monte Levanna e Aosta, superando l’accanita resistenza nemica e le asprissime difficoltà del terreno formidabilmente organizzato a difesa, ascesero sanguinosamente le rupi del Vodice, impadronendosi della quota 652 sulla quale ,con sovrumana tenacia, resistettero, senza cedere  un palmo di terreno, a ripetuti ,violentissimi contrattacchi, a difficoltà e disagi inenarrabili. (Vodice, 18-21 maggio 1917)”.

“I battaglioni Monte Levanna e Val Toce, nella battaglia della finale riscossa, attaccando con impeto  eroico e resistendo alla disperata irruenza di soverchianti forze nemiche, si coprirono di gloria a prezzo di purissimo sangue. (Monte Solarolo,24-28 ottobre 1918)”.

Il 5 maggio 1919 il battaglione “Monte Levanna “ viene sciolto.
Ricostituito il 12 febbraio 1921 con sede a Biella e definitivamente sciolto nell’aprile 1926.
Motto: "Tuic un" (Tutti uno).
Rinasce come 23* battaglione "Monte Levanna"  (napp bianca) già XXIII btg complementi del 4° alp, formato dalle  cp. 707, 708 ,709;
In organico al 167* rgt alpini costiero in Francia dal dicembre 1942 all'otto settembtre 1943
Domenica 19 agosto 2018 in borgata Pian della Balma a Ceresole Reale (To), è stato inaugurato il sacrario in memoria del battaglione Levanna, Alla solenne cerimonia hanno partecipato diversi Gruppi alpini, molti primi cittadini del territorio.Prima dell'alzabandiera c'è stata la sfilata della fanfara ANA di Ivrea che si è anche esibita dopo l'inaugurazione.


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