Pasqualino Tolmezzo


23 Marzo 1913, giorno di Pasqua, al termine del combattimento di Assaba gli Alpini del Tolmezzo rinvengono tra i numerosi ribelli prigionieri una donna ferita che tra gli stracci tiene oltre ad abbondanti munizioni per fucile Mauser un bambino dalla pelle scura.
Nonostante le cure alcune ore dopo la donna muore, e i conducenti del Tolmezzo si prendono cura del bambino. Il Sergente Maggiore Toldo provvede a rifocillare l'inatteso ospite. Dopo varie discussioni gli è imposto il nome di Pasqualino Tolmezzo perché trovato il giorno di Pasqua e in ricordo del battaglione Carnico.
Il 2 dicembre 1913 il battaglione rientra a Udine e durante la sfilata nel capoluogo Friulano a dorso di un mulo fa la sua comparsa il piccolo Pasqualino.
La popolazione lo acclama, e lui risponde contento ma serio salutando militarmente.
Il 22 agosto 1914 è accolto nel brefotrofio di Udine e il 1 novembre riceve il battesimo, impartitogli dal Vescovo di Udine. Gli sono imposti i nomi di Pasqualino, Renato, Costantino, Beatrice. Renato come i primi Cristiani che " rinascevano " a nuova vita, Costantino come il Capitano Cavarzerani suo padrino e Beatrice come la Contessa Bice Pirozzi, figlia del Generale comandante la divisione di Udine sua madrina.
Dopo il battesimo continua a vivere a Udine ricevendo ogni cura necessaria da parte dei Quadri del battaglione Tolmezzo, e in particolare dalla famiglia Morra.Con la testimonianza di ufficiali e sottufficiali dell'8° reggimento,il Pretore di Udine,qualche anno dopo il suo arrivo in Italia,fissa l'anno ufficiale di nascita nel 1912.
Il 9 novembre 1925 anno III E. F. dopo aver frequentato la terza ginnasio presso l'istituto " Di Toppo Wassermann ", si trasferisce a Napoli per frequentare il collegio militare. Dal 1930 anno VIII E. F. al 1932 anno X E. F.
Frequenta l'accademia militare di Modena, dove nel 1933 è nominato Sottotenente in servizio permanente effettivo dell'arma di Fanteria nel Corpo di Amministrazione, e destinato alla scuola d'applicazione di Parma.
Otto mesi dopo un dispaccio ministeriale lo cancella dalle liste di leva e dai ruoli militari per la mancanza del requisito della cittadinanza Italiana.
L'amministrazione militare gli assegna un incarico da operaio civile temporaneo, come aiuto contabile presso il 10^ Rgt Artiglieria del Corpo d'Armata di Napoli.
Un paio d'anni dopo, il 4 gennaio 1936 anno XIV E. F. Pasqualino decide di scrivere una supplica al Re d'Italia, dopo tre mesi riceve la risposta negativa.
Il 13 ottobre 1936 anno XIV E. F. il figlio del Tolmezzo muore di crepacuore e viene sepolto nella sua città d'adozione nel cimitero urbano di San Vito, dove tuttora riposa.

Altri testi riportano:

- Muore di tubercolosi nel sanatorio di Arco (TN) il 13/10/36 e successivamente sepolto ad Udine (Cimitero di San Vito).
- Non è mai stato congedato e, che il re di "motu proprio" gli diede la cittadinanza italiana.
- Addirittura, estromesso dalle Forze Armate in seguito all’emanazione delle leggi razziali che furono applicate solo a fine 1938, ben due anni dopo la sua morte