Colonello Rodolfo Psaro


Nato nel 1892 a La Spezia, dopo aver frequentato il liceo a Brescia, nel dicembre 1912, si arruola come allievo ufficiale nel 92° reggimento fanteria e nel febbraio 1914 è promosso sottotenente di complemento nel 77° reggimento fanteria. Con la 7ª Compagnia durante la Grande Guerra ottiene la Croce al Valore sul Campo il 12 ottobre 1916 sul Veliki Kribak, rimanendo ferito. Promosso capitano nel 1916, finita la guerra contro l’Austria, viene inviato in Albania e il 19 giugno 1920, ottiene un’altra Croce al Valore con un Reparto d’Assalto.
Rientrato in Italia presta servizio per altri 6 anni al 6° Alpini.
Dal 1927 al 1930 frequenta la Scuola di Guerra ed è nominato Capo di Stato Maggiore al Comando della Divisione Tridentina fino alla promozione a Tenente Colonnello.
Viene poi trasferito al 2° Alpini e promosso colonnello nel gennaio del 1940 dove presta servizio al Comando del Corpo d’Armata Alpino con funzioni di Capo di Stato Maggiore.
Assume il comando del 7° Alpini il 21 settembre 1940 e guida la prima eroica fase dei lunghi combattimenti sostenuti dal reggimento sul fronte greco-albanese.
Il battaglione Feltre, agli ordini del magg. Scaramuzza, giunge a Valona il 24 ottobre e a fine novembre è raggiunto dal Cadore comandato dal magg. Perico e dal Belluno del ten. col. Castagna.
L’insieme delle azioni di questi tre battaglioni è valso, come affermò successivamente il comandante del corpo d’armata “a inchiodare sul posto tutte le forze nemiche contrapposte, agevolando il successo in altro tratto di fronte”. Le perdite inflitte al nemico furono assai pesanti e gravi, ma altrettanto furono quelle del 7° Alpini. Il colonnello Psaro morì su questo fronte nel pomeriggio dell’8 dicembre, mentre coordinava le operazioni dei suoi battaglioni.
A lui sono intitolate due vie, una a Belluno e l’altra a Brescia.

Motivazione Medaglia d'Oro al Valor Militare:
Con i suoi battaglioni Feltre e Cadore sosteneva valorosamente e vittoriosamente l’urto di preponderanti forze nemiche. Nell’immediata azione di contrattacco, da lui sferrato e guidato con perizia e audacia per stroncare la baldanza nemica, cadeva colpito mortalmente alla testa dei suoi magnifici alpini. Superba figura di soldato e di eroico comandante, esempio fulgitissimo di ardimento, disprezzo del pericolo e di obbedienza alla santa legge della Patria. (
Albania - Ciafa Gallina dicembre 1940)