Ordine del giorno dettato dal comandante del "Val Fella" per il numero unico "Mai Daur"


Ordine del giorno dettato dal comandante del "Val Fella" per il numero unico "Mai Daur"
8 marzo 1943

Miei Alpini del "Fella"!
Siamo oggi al secondo anniversario dell'8 marzo: risplende di nuova luce il valore di tutti voi, che in un sol balzo, vendicati i fratelli del "Gemona" e del "Tolmezzo", rioccupaste il Golico, l'importantissima roccaforte dominante la conca di Tepeleni.
Lo riconquistaste e per dieci giorni, malgrado la rabbia nemica, lo teneste in pochissimi, contro le innumerevoli  orde avversarie.
Contammo 150 Caduti e 300 feriti; ma i Greci non passarono!
Sotto i nostri piedi era Tepeleni, preda agognata dal nemico; ma su quel nido di aquile, unito alla base dal filo di un solo ripido sentiero cosparso di morti, stavano gli alpini del "Fella"; in fondo scorreva già rossa di sangue la Vojussa, ma sopra di noi vegliava Iddio. E fu Iddio unico testimonio degli eroismi dei Caduti e delle glorie dei superstiti!
In quei giorni nessuno fu secondo nel sacrificio e l'ardimento vi ribattezzò fratelli degli alpini della "Julia", cui donaste la parte migliore di voi stessi e di cui arricchisce le già istoriate bandiere.
Vi voglio ricordare Aldo Fantina, ma con eguale sentimento vi voglio altresì ricordare i due alpini che alle prime luci dell'alba, quando la quota era già nostra, si lanciarono arditamente fra le rocce per ricacciare più lontano il nemico sbalordito, e scomparvero, Eroi senza nome, in un fragore di battaglia.
L'8 marzo è il giorno solenne del nostro Battaglione, è il giorno della sua Vittoria, dei suoi Martiri, dei suoi Eroi.
Ho voluto ricordarlo a quelli che furono presenti, perchè i loro occhi scintillino di fierezza, voglio ricordarlo a quelli che vennero più tardi, perchè sentano l'orgoglio di appartenerci.
Siano questi ultimi degni, oggi e sempre, nelle ore del combattimento, nella vita di tutti i giorni!
Il ricordo ci sia di sprone e di insegnamento: la riconquista del Golico pareva impossibile, eppure, mediante la vostra volontà, mediante il vostro indomito coraggio, dopo dieci giorni di lotta, lo consegnaste ai commilitoni sopraggiunti. Così sia per il futuro!
Il ricordo del passato è un altare per l'avvenire, è un monumento davanti al quale ognuno deve porre in silenzio la sua promessa.
Così con la stessa serenità di allora, potremmo andare incontro ad ogni cimento e rispondere, con certezza, ad ogni appello!

IL VOSTRO COMANDANTE
Ten. Col. Angelo Zancanaro