Affusto


Sostegno sul quale si fissano o appoggiano le bocche da fuoco per poterle manovrare e trasportare.
Nelle opere del Vallo furono utilizzati numerosi tipi di affusto, sia per rispondere alle esigenze della fortificazioni, sia per riutilizzare materiale esitente.
A seconda del tipo di arma installata, sono noti diversi modelli e tipi di affusto:

A candeliere: Utilizzato nelle opere del Vallo principalmente per il pezzo da 57/43 mod. 1887 e, nella riattivazione post bellica, per il pezzo da 90/32 Mecar modello P. Non è chiaro se esistessero anche installazioni del 75/21 su tale affusto.

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A coda di rondine: utilizzato prevalentemente per il pezzo da 47/32. Ne era stato progettato anche un modello a scomparsa, che prevedeva la possibilità di ritrarre il pezzo quando non utilizzato. Si trattava di un affusto semplice in metallo ancorato al pavimento della camera di combattimento. Utilizzato di solito dove la casamatta era priva di corazza in metallo.
Nel dopoguerra tale affusto è stato spesso riutilizzato dove presente per ospitare i pezzi da 75 e 90 mm Mecar.

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S.T.A.M.M o D.S.S.T.A.M. : affusto appositamente ideato per installare il pezzo da 47/32 in casamatta con piastra piana (al posto del 57/43) o piastra scudata. Simile in sostanza all'affusto a coda di rondine, ma fissato verticalmente sulla piastra e non sul pavimento della camera di combattimento.

Tipo 4: particolare tipo di affusto per l'installazione dei pezzi da 75mm in casamatta in calcestruzzo. Ideata dall'arsenale di Torino, se ne conoscono tre installazioni in Piemonte (Tre Croci, Quattro Sorelle e La Selletta) e un certo numero di installazioni mai completate in Friuli e Alto Adige. Si tratta di una particolare installazione dove il pezzo manteneva la culla e i congegni di assorbimento del rinculo, ma era provvisto di un prolungamento del vivo di volata, a sua volta infilato una sfera. Tale sfera era poi fissata a una piastra che si collegava a un quadro di putrelle annegate nel calcestruzzo della casamatta.

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Affusto da campagna: in moltissimi casi i pezzi venivano utilizzati sul proprio affusto originale, senza nessun adattamento particolare. In questo caso molto spesso la camera di combattimento veniva progettata con una apposita trincea dove i vomeri del pezzo potessero scorrere durante il momento del pezzo. Tale tipo di installazione riguarda sia pezzi utilizzati in opera di artiglieria, sia postazioni controcarro.

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Anche le mitragliatrici erano provviste di appositi affustini. A seconda del tipo di installazione erano state realizzate diverse soluzioni. Oltre all'affustino per piastra di tipo ispettorato, largamente diffuso, erano previsti affustini per le torrette metalliche, per le porte garitte e per gli ingressi attivi.

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Nel dopoguerra vennero riutilizzati tali affustini fino alla sostituzione delle Breda con le MG42. Per permettere la sostituzione vennero realizzati dall'arsenale di Napoli appositi affustini per l'installazione nelle feritoie.
Nelle prime opere realizzate l'installazione delle mitragliatrici era prevista sul proprio trepiede. In questo caso erano realizzati degli appositi supporti in cemento per poggiare il trepiede e allineare l'arma all'altezza della feritoia. Stesso tipo di installazione è visibile in alcune opere dove i lavori non sono stati conclusi.

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