Cannone 75/34 mod. S.F.


Il cannone 75/34 venne installato nelle opere riattivate nel dopoguerra, in sostituzione del pezzo anticarro da 47/32.
L'installazione era effettuata con un apposito giunto sferico da collegare alla corazzatura frontale della casamatta.

Le armi installate nelle opere vennero probabilmente realizzati partendo dai semilavorati disponibili in Ansaldo. Si tratta infatti dello stesso cannone che venne ideato come artiglieria divisionale poi convertito in arma anticarro.
Il primo prototipo venne presentato a Napoli nel 1937. L'arma era inizialmente installata sullo stesso affusto dell'obice 75/18 modello 1935. Oltre all'affusto condivideva anche un certo numero di parti con questo cannone.
Purtroppo l'arma però risultò scarsa come artiglieria divisionale, in quanto la portata (circa 9 km) risultò piuttosto scarsa. Al momento dell'ingresso in servizio, nel 1939, la maggior parte degli eserciti si era orientata inoltre su calibri maggiore per l'artiglieria e disponevano già di diversi pezzi di portata maggiore. Si evidenziò invece come il pezzo fosse particolarmente efficace come pezzo anticarro.

Emerse quindi le qualità anticarro, il 75/34 venne scelto per equipaggiare alcuni dei nuovi carri in corso di progettazione/realizzazione. Venne scelto infatti per equipaggiare il carro P40 (o P26/40), realizzato in circa un centinaio di esemplari, e inizialmente, il P43, progetto rimasto sulla carta (venne sostituito su questo mezzo dal 90/42).
Anche un certo numero di semoventi M15/42 ricevettero quest'arma, al posto del 75/18 originale.
La maggior parte dei P40 venne utilizzata dai Tedeschi. Alcuni di essi privi di motore furono interrati come postazione fissa sulla Linea Gotica.

Nel dopoguerra venne scelto per il motaggio in opera probabilmente a causa della disponibilità dei semilavorati. Venne realizzato dall'arsenale di Napoli un affosito affusto a sfera da utilizzarsi in opera.

Il 75/34 venne sostituito negli anni '80 dal Mecar 90 mm.