Le armi a tiro curvo


Si definiscono armi a tiro  curvo quelle armi semplici nell'uso che  possono aprire il fuoco da posizioni molto coperte e grazie alla traiettoria di tiro fortemente arcuata sono in grado di battere obiettivi defilati al tiro dell'artiglieria.
Nel 1917 alcuni battaglioni alpini furono dotati di una sezione lancia torpedini,con due lanciatori Bettica. Era questa una rudimentale arma a tiro curvo progettata dal capitano del Genio Alberto Bettica di Torino,costituita da un maschio di ferro sistemato a cerniera su di uno zoccolo di legno e dotata di settore per l'elevazione di max 40 gradi  bloccabile nella posizione richiesta a mezzo di un galletto. La torpedine era costituita da un tubo di ferro il cui interno veniva diviso in due parti da un tappo fermato per mezzo di una strozzatura, pesante 3 kg conteneva nella parte anteriore la carica di scoppio e nella parte posteriore la carica propellente o di lancio  con accensione a miccia. La celerità di tiro era di 10 colpi al minuto con gittata massima di 200 mt . Il raggio distruttivo era di 2 mt circa. Le casse portamunizioni contenevano 8 torpedini,l'accenditore della miccia e lo straccio di pulizia.
Questo lanciatore dal peso di 16 kg era discretamente efficace ma aveva il grosso limite nella bassa gittata.
Nel 1918  venne sostituito dal lanciabombe inglese Stokes,progenitore del moderno mortaio. Arma ad avancarica e anima liscia,poggiava anteriormente su un cavalletto di sostegno bipiede,posteriormente su una piastra di appoggio metallica ed era munito di congegni d'elevazione e direzione. Era in grado di lanciare ogni quattro secondi una bomba di 4,8 kg da 550 a 750 mt di distanza. Il raggio d'azione della bomba era di circa 200 mt e l'accensione della carica di lancio avveniva a percussione. Il peso era di circa 50 kg ed era scomponibile e spalleggiabile. Impiegava 3 tipi di bombe: "inglese di fabbricazione italiana", "italiana" e "ogivale". Nella parte posteriore delle bombe trovava posto la carica di lancio di balisitite in grani. Quando la bomba veniva introdotta nella bocca da fuoco,scivolando batteva contro il percussore posto sul fondo della culatta, che determinava la deflagrazione della carica di lancio con l'espulsione della bomba stessa. La bomba "italiana" usava una spoletta di modello Olergon, quella "inglese" modello Allways o a tempo Mills. Venivano inoltre usate anche bombe incendiarie, porta messaggi e da esercitazione.
Nel 1935 apparvero due nuove armi : il mortaio d'assalto Brixia ed il mortaio da 81 mm. Il primo era un lanciabombe in grado di scagliare piccole bombe da 45 mm ad una distanza massima di 500 mt. Contrariamenti ai normali mortai era a retrocarica. Dotato di un'elevata celerità di tiro (25-30 colpi/minuto) assai semplice e rustico,pesava 15,5 kg ed era facilmente trasportabile a mezzo di cinghie. Gli alpini della Pusteria in Africa Orientale ebbero per ogni battaglione un plotone di tre squadre dotate ognuna di tre mortai. Durante la 2a Guerra, ogni plotone mitraglieri ricevette una squadra di tre armi. Impiegava la "bomba da guerra mod 39" dal peso di 0,44 kg e la "bomba mod 30 f.i. (fumogena/incendiaria)".
Il mortaio da 81 mm  mod.35 era un potente mezzo bellico derivato dallo Stokes da 76 mm,venne inizialmente acquistato dalla fabbrica francese Brandt successivamente prodotto su licenza in Italia. Pesava complessivamente circa 60 kg (tubo di lancio kg 20,4,bipiede kg 18,piastra kg 20) ed era in grado di lanciare una granata G.A. (ghisa acciaiosa) da 3,26 kg (con carica di scoppio di kg 0,45 di tritolo o amatolo) a 4600 mt. con raggio d'azione di 30 mt. Con la granata GR.C. (grande capacità) da 6,85 kg  avente la carica di scoppio da 2 kg la gittata raggiungeva i 1500 mt. Questa bomba era micidiale,il suo raggio d'azione era di circa 150 mt. La celerità normale di tiro era di 18 colpi/minuto,quella massima di 35. Le bombe utilizzavano la spoletta I.R. che opportunamente regolata consentiva l'esplosione istantanea all'urto o ritardata.
Il mortaio da 81,dotato di sistema di puntamento a collimatore,corredato di livella e settore d'elevazione,fu uno dei migliori fra quelli  in dotazione agli eserciti belligeranti.
Ogni battaglione alpino ebbe la compagnia comando dotata di un plotone mortai con quatrro armi di questo tipo.Erano inoltre assegnate cinque autocarrette 36M o 37 (costruite dalla O. M.  su progetto Ansaldo) per il trasporto materiale e munizioni,primo caso  di assegnazione organica di automezzi ad un reparto alpino.
Gli alpini dell'Esercito del Sud impiegarono mortai inglesi da 2 o 3 pollici.
Gli alpini della Monterosa (R.S.I.) utilizzarono il mortaio tedesco da 80mm (8 cm Granatenwerfer 34).

Nel dopoguerra ci  furono armamenti promiscui con utilizzo di materiali alleati o italiani.
Il mortaio da 45 mm fu sostituito con il mortaio americano M2 da 60 mm; il mortaio da 81 mod 35 fu sostituito dal 81 mm 1962 Brandt ,in seguito furono adottati il mortaio da 107 mm ed  il  mortaio alleggerito da 120 mm mod 63. Quest'ultino pesava in batteria su bipiede 260 kg. Poteva essere someggiato su tre muli, oltre a due che portavano  accessori e munizioni. Celerità massima di tiro di 10 colpi /minuto.  Gittata massima superiore a 6 chilometri. Per il mortaio da 120 veniva generalmente utilizzata la Bomba Leggera Italiana lunga 663 mm e del peso di 12,908 Kg.

Attualmente le truppe alpine utilizzano:

- mortaio da 60 mm (squadra fucilieri)
Società produttrice: HIRTENBERGER, Austria
Calibro: 60mm
Gittata: 1.600mt
Celerità di tiro: 15 colpi/minuto
Peso: 5,1 kg.
Lunghezza: 815mm
Pressione massima: 250bar

- mortaio da 120  mm rigato Thompson (compagnia mortai)
Calibro: 120 mm
Peso: 627 Kg
Distanza massima di impiego: 13 Km
Celerità di tiro: 11 colpi/min
Velocità al traino: 60 Km/h
Tempo messa in btr.: 2' circa.