Storia della Guardia alla Frontiera


Fino agli inizi degli anni 30 la vigilanza e la difesa del confine alpino erano affidate alla Regia Guardia di Finanza, Carabinieri Reali, Milizia Confinaria e  reparti d'alpini ai quali fu dato anche il compito di presidiare le nuove opere difensive della fortificazione permanente, allora in corso di progettazione e/o costruzione lungo il confine montano italiano, da Ventimiglia all'Istria.

Queste nuove attribuzioni erano in contrasto con le dottrine d'impiego di quel tempo che prevedevano l'utilizzo delle Grandi Unità alpine ovunque la necessità lo richiedesse, essendo le stesse, truppe idonee a svolgere azioni di carattere dinamico e non milizie destinate alla difesa di punti fissi, pertanto il Comando Superiore delle Truppe Alpine fece presente allo Stato Maggiore del Regio Esercito (S.M.R.E.) l'incongruenza di un atteggiamento che imponeva a reparti essenzialmente mobili di provvedere - di fatto - ad un servizio statico.

Dopo innumerevoli studi nacque nel 1934, ufficialmente istituito con Regio Decreto Legge n. 833 del 28 aprile 1937 ,un Corpo speciale che aveva il compito di vigilare in permanenza sulla linea fortificata di tutto il confine italiano, denominato “ Guardia alla Frontiera” (G.a.F.), comprendente reparti di fanteria, artiglieria, genio e servizi.
Nello stesso anno il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito dispose la trasformazione di cinque reggimenti d'artiglieria d'armata in reggimenti artiglieria G.a.F.

Al corpo furono assegnate tutte quelle componenti logistico-amministrative indispensabili per assolvere i compiti affidati. Furono previsti, all'atto della mobilitazione, la costituzione di compagnie e battaglioni di mitraglieri da posizione che avevano il compito di difendere i tratti di confine privi della fortificazione permanente o non battuti dalle armi delle opere.

L'ossatura della G.a.F. fu data dal Comando Guardia Frontiera, presso ogni Comando d'Armata competente per territorio, dai “Settori ” (27 Settori di Copertura, numeri dal I° al XXVII° a ciascuno dei quali fu affidato un tratto di confine, i settori XVIII – XIX – XX erano di prevista costituzione di fatto mai avvenuta) che comprendevano “Sottosettori”, “Gruppi di Capisaldi” ed unità minori. Dai Comandi di settore dipendevano due o più Sottosettori (con alle dipendenze opere fortificate presidiate da unità di fanteria, artiglieria e reparti del genio, artiglierie settoriali di vario calibro, reparti del Genio, reparti servizi. Da alcuni Comandi G.a.F. dipendevano direttamente reggimenti e/o raggruppamenti d'artiglieria G.A.F. ordinati in modo da poter rapidamente integrare le artiglierie dei “Settori”. Pur essendo un Corpo statico aveva alle dipendenze anche 5 compagnie di Carristi di Frontiera
Le unità d'Artiglieria G.a.F . era suddivise in: gruppi “Sempre Pronti” normalmente assegnati ai Settori di copertura, gruppi di “Approntamento Accelerato” e gruppi di “Approntamento Normale”.

La G.a.F. espletò il suo servizio anche nei territori d'oltremare e precisamente:

Albania :

• I° settore di Copertura G.a.F. – sede a Scutari su tre battaglioni, una compagnia carrista di frontiera, reparto genio e servizi;

• II° settore di copertura G.a.F. “Kossovo” su Presidio Puka, un battaglione, un battaglione mitraglieri;

• III° settore di copertura G.a.F. – sede in Pescopia – su due battaglioni G.a.F., un battaglione mitraglieri

• 13^ reggimento artiglieria G.a.F.

durante il conflitto, la struttura assunse nuove denominazioni e cedette alcuni reparti al Comando Truppe Montenegro e al Comando Superiore Forze Armate Grecia.


Libia Occidentale :

• Comando G.a.F. del XX Corpo d'Armata – Tripoli – da cui dipendono i seguenti settori di copertura articoli su Deposito settoriale, sottosettori di copertura,Raggruppamenti d'artiglieria,battaglione mitraglieri , reparto genio e servizi:

• XXVIII – sede a Zuara;

• XXIX - sede a Nalut;

• XXXIII – con sede a Zanzur;

• XXXIV – con sede a Sidi Bel Aadem;

• XXXV - con sede a Castel Benito;

• Piazza fortificata di Tripoli.

Libia Orientale :

• Comando G.a.F. del XXI Corpo d'Armata – Tobruk – da cui dipendono i seguenti settori di copertura articoli su Deposito settoriale, sottosettori di copertura,Raggruppamenti d'artiglieria,battaglione mitraglieri , reparto genio e servizi:
 
• XXXI – sede a Tobruk;

• XXXII - sede a Bardia

• Piazza fortificata di Tobruk;

• Piazza fortificata di Bardia.

Non si hanno notizie circa la formazione di reparti G.a.F. in A.O.I.

Lo sforzo per chiudere “ermeticamente” la frontiera fu enorme, tenuto conto delle difficoltà d'approvvigionamento dei materiali dovuto alle sanzioni, la situazione nel maggio 1939, dunque un anno prima dell'entrata in guerra, può essere così sintetizzata:

Scacchiere Occidentale : 460 opere già efficienti con 1.100 mitragliatrici e 133 pezzi di vario calibro (batterie in caverna e pezzi anticarro), altrettanto armamento doveva essere distribuito nel corso dell'anno per le nuove opere da costruire; nel corso dell'anno furono assegnate 300 mitragliatrici, 280 mortai, 58 batterie, di cui alcune di grosso calibro ed a lunga gittata, atte a tiri d'interdizione sui principali centri d'affluenza o punti di passaggio obbligato.

Scacchiere settentrionale : 161 opere già efficienti con 336 mitragliatrici e 39 pezzi; era prevista la consegna nel secondo semestre di 50 mitragliatrici, 108 mortati, 31 batterie di vario calibro;

Scacchiere orientale : 308 opere già efficienti con 647 mitragliatrici e 50 pezzi, erano in corso d'allestimento e consegna 564 mitragliatrici, 114 mortai, 49 batterie di vario calibro.

All'inizio del conflitto, giugno 1940, la G.a.F. poteva disporre complessivamente di ventimila uomini, mille opere, seimila mitragliatrici, quattrocentosessantadue mortai di vario tipo, duecentoventidue cannoni di vario calibro nelle opere, centotrentotto batterie di vario calibro, dotate di artiglierie residuate dalla I° G.M. o di preda bellica.
Il reclutamento del personale, per non incidere su quello destinato alle truppe alpine, avveniva in qualunque Distretto Militare, fermo restando che i militari dovevano possedere profili psico-sanitari identici agli alpini. Appare singolare la circolare del Ministero della Guerra 18.559 datata 6 settembre 1934 che escludeva dall'assegnazione al corpo di frontiera i militari alloglotti appartenenti ai Distretti Militari di Trieste, Pola, Gorizia, Bolzano, Udine, e Ancona, probabilmente questa disposizione aveva lo scopo di cautelarsi verso eventuali azioni di spionaggio verso i paesi confinanti.
Ai militari della G.A.F. era imposto un addestramento tipico alpino con marce su terreni impervi, uso dello sci, arrampicata in roccia e una vita ridotta all'essenziale, condizionata dal particolare ambiente (l'opera fortificata), ed abituati all'idea di vivere permanentemente in montagna, spesso non nelle migliori condizioni, un esempio per tutti: la 515^ btr. G.A.F. il reparto presidiava il forte Chaberton, nel settore del Monginevro, a 3.130 metri s.l.m.. Dalle caserme e/o casermette, costruite a poca distanza dal confine, e grazie ad un'eccellente rete stradale già predisposta, potevano raggiungere ed alimentare in breve tempo tutti gli apprestamenti difensivi in quota.
I militari G.a.F. vestirono inizialmente l'uniforme prevista per la fanteria, con fregi delle armi originarie, in ricamo dorato per Ufficiali e Sottufficiali, in rayon nero per graduati e truppa.
Nel 1938 tenuto conto delle zone montane cui la G.a.F. operava fu distribuito l'equipaggiamento delle truppe alpine, giacca monopetto a quattro bottoni portata su una camicia con cravatta grigio verde, in alternativa si portava una camicia di lana ”autarchica” con farsetto a maglia, pantaloni di taglio floscio che arrivavano sotto il ginocchio fermati dalle fasce mollettiere che coprivano i calzettoni di lana, le calzature era costituite da scarponcini neri con chiodatura, è possibile che furono distribuite anche calzature pesanti, cappotto di panno, zaino alpino, guanti di lana, uose valdostane ecc. compresa la gavetta da lt. due. Con circolare n. 548 del 25 luglio 1940 fu disposto l'adozione di uniforme da guerra, prevista per ufficiali, sottufficiali, militari di truppa che per foggia e panno era quella già in distribuzione alla truppa, contestualmente sono aboliti i baveri con il colore tradizionale dell'arma, sostituito dalle mostrine verdi ad una punta contornate dal filo del colore dell'arma di appartenenza, con foglio d'ordini n. 121 del 29 aprile 1940 fu adottato, in sostituzione della bustina M34 un cappello alpino con nappina laterale in lana senza numero, con parte centrale color verde e striscia periferica del colore dell'arma, rosso scarlatto per la fanteria, giallo arancio per l'artiglieria, cremisi carico per il genio (in metallo dorato per Ufficiali e Marescialli) senza penna.Pare che presso alcune batterie S.P. fosse stato previsto la distribuzione di una giacca a vento mod.40. Appare evidente che per gli scadenti materiali con cui erano confezionati, i capi di corredo non furono assolutamente idonei per l'impiego in alta quota. Nel 1940 fu abolito lo scudetto divisionale , portato sulla manica sinistra, Quello della G.a.F. era su fondo verde, caricato di un gladio romano recante il numero del Settore con cifre romane. Lo scudetto era in ricamo dorato per gli Ufficiali e Marescialli, in rayon per il rimanente personale. Ampia diffusione ebbero i distintivi a spilla di settore e di Sottosettore.
L'armamento individuale era quello classico della fanteria, pistola Beretta M 34 per Ufficiali e marescialli, fucile mod.91 con baionetta per la truppa e moschetto 91/38 per gli incarichi speciali.
Cinturone con fondina in cuoio marrone per gli Ufficiali e Marescialli, cinturino, giberne e cinghia di sostegno, per gli armati di fucile, borraccia in alluminio, elmetto metallico mod. 33 e 34/39, maschera antigas M33 o T35 che unitamente ad un tubo corrugato da collegare all'impianto di aerazione/filtrazione installato nelle camere da combattimento delle opere doveva assicurare la protezione delle vie aeree.

Nelle operazioni sulle alpi occidentali (giugno 1940) furono impiegati i reparti G.A.F. dipendenti dal Gruppo Armate Ovest.
Nel corso del 2° conflitto mondiale diversi raggruppamenti d'artiglieria e reparti di mitraglieri da posizione andarono a rinforzare il dispositivo di difesa costiera. Altri reparti dislocati nel confine orientale costituirono unità di controguerriglia e di controllo delle linee ferroviarie e viarie in Croazia e Slovenia. I reparti G.a.F dislocati in Libia combatterono come normali reparti di fanteria. A seguito dei noti avvenimenti dell'8 settembre 1943 i Settori di Copertura dislocati si confini Nord Orientali italiani impegnarono duramente le truppe tedesche che tentavano di penetrare in forze. Innumerevoli furono gli atti d'eroismo da parte dei militari dei vari distaccamenti. Dopo brevi resistenze anche i reparti della G.A.F. seguirono la stessa sorte degli altri reparti del Regio Esercito.
Con la ristrutturazione dell' Esercito Italiano, nel dopoguerra, il Corpo della Guardia alla Frontiera non fu ricostituito, il presidio delle opere del Vallo Alpino e quelle di nuova costruzione per la difesa del confine orientale, fu affidato inizialmente ai Raggruppamenti di Frontiera e successivamente ai Battaglioni alpini e di Fanteria d'arresto i quali hanno tutti i diritti per vantarsi di essere i naturali eredi di quel Corpo militare che nella sua breve esistenza seppe compiere silenziosamente il suo dovere pagando spesso un alto tributo di sangue.


Per maggiori particolari circa le dotazioni individuali, armamenti e fatti d'arme cui furono protagonisti reparti G.a.F. si consiglia la consultazione delle seguenti pubblicazioni:

* Distruggete lo Chaberton di Edoardo Castellano
* Dei Sacri Confini Guardia Sicura di Alessandro Bernasconi e Daniela Collavo
* Le Fortificazioni del Vallo Alpino Littorio in Alto Adige
* Uniformi da Combattimento e Distintivi della seconda guerra mondiale di M. Winndrow
* L'Esercito Italiano alla vigilia della 2° guerra mondiale SME Ufficio Storico
* Guardia alla Frontiera di Aroldo Figara
* Mostrine e Fregi del R.Esercito Italiano nella 2^ G.M. di Guido Tarlao